Mer 25 Dic 2024
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Morto Paolucci, il cordoglio istituzionale e politico per la scomparsa dello storico dell’arte

È morto a Firenze Antonio Paolucci, ex sovrintendente del polo museale Firenze, ex ministro per i Beni culturali durante il governo Dini e anche direttore dei Musei Vaticani. Tra i più stimati storici ed esperti d’arte italiani, Paolucci era originario di Rimini, dove era nato il 19 settembre 1939: allievo di Roberto Longhi, era entrato nell’amministrazione dei beni culturali nel 1969.

Paolucci, scomparso nel tardo pomeriggio di ieri a Firenze dove viveva e dove si terranno i funerali, aveva iniziato la sua carriera vincendo il concorso come ispettore delle Belle arti all’interno della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Firenze nel 1969. Nel corso della sua carriera è stato anche soprintendente, a Venezia, Verona, Mantova, e direttore dell’Opificio delle Pietre dure a Firenze. Nel 1988 è stato nominato soprintendente ai beni artistici e storici di Firenze, Prato e Pistoia, ruolo che lo ha portato ad occuparsi, nel 1993, dei danni al patrimonio artistico provocati dall’attentato dei Georgofili alla Galleria degli Uffizi. Dal 1955 al 1966 è stato ministro per i beni culturali nel governo di Lamberto Dini. Con l’istituzione dei poli speciali, nel 2002 Paolucci viene nominato soprintendente del Polo museale fiorentino e nel 2004 diviene anche direttore regionale per i beni storici, artistici e paesaggistici della Toscana. Incarichi lasciati, per raggiunti limiti di età, al compimento del suo 67esimo compleanno, nel 2006. Paolucci nel 1997, dopo il terremoto in Umbria e nelle Marche, fu anche nominato commissario straordinario per il restauro della basilica di San Francesco ad Assisi colpita dal terremoto.

“Con la di Antonio Paolucci, l’Italia perde un uomo di cultura appassionato e rigoroso, un instancabile studioso che ha dedicato la sua vita alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale. Alla famiglia e ai suoi cari le più sentite condoglianze”. Lo afferma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

“Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Antonio Paolucci, studioso e storico di primissimo piano, uomo delle istituzioni, intellettuale raffinato. Firenze perde una delle sue figure più autorevoli”. Così il sindaco di Firenze Dario Nardella commenta, in una nota, la scomparsa di Paolucci. “Paolucci – continua il sindaco – nel ruolo di Ministro nel governo Dini ha dato lustro a Firenze e all’Italia. Ha guidato egregiamente il Polo museale fiorentino e da soprintendente ha fatto parte della giuria internazionale che ha assegnato a Isozaki il progetto di uscita degli Uffizi. Fino a quando è stato possibile Paolucci non ha mai fatto mancare la sua voce, anche critica, sulle principali vicende culturali italiane. Una voce sempre riconoscibile, lucida, mai banale, che ora ci mancherà”. “Alla famiglia giungano le condoglianze dell’intera amministrazione e mie personali” conclude Nardella.

E’ morto un grande fiorentino, un uomo di cultura di livello nazionale e internazionale, che non dimenticheremo per quanto alto è stato il suo impegno culturale e politico. Una personalità unica, che affiancava all’amore per l’arte e alla raffinatezza intellettuale, un senso civico straordinario” Così il presidente Eugenio Giani esprime il suo  cordoglio. “Sono profondamente legato ad Antonio Paolucci – ha detto Giani-, lo ricordo fin dal momento in cui insieme abbiamo vissuto l’esperienza del Consiglio comunale a Firenze; lui il massimo esperto di beni culturali, amante della bellezza e della sua salvaguardia. Proprio per le sue grandi capacità – ha sottolineato il presidente della regione- , ebbe l’incarico, dopo essere stato per un breve e significativo periodo ministro dei Beni culturali, di direttore dei Musei Vaticani. Lo ricordo nelle nostre chiacchierate, nell’ammirazione che io provavo per lui, ma anche nella stima che mi manifestava  quando organizzavamo insieme le mostre”. Giani ha ricordato l’amore di Paolucci per i colli fiorentini, l’importanza di salvaguardarli. Quando si sviluppò il dibattito sul piano regolatore Vittorini, nel 93, ricordo il suo intervento straordinario quando si soffermò sulla bellezza dei colli. E quando si parlava degli interventi sul Mugnone, Paolucci volava alto, descivendoci in un discorso epico, quello che era il Mugnone delle novelle di Decamerone di Boccaccio. Alla famiglia giungano le condoglianze, mie personali e di tutta la Toscana”

“Stanotte ci ha lasciato un uomo di Stato ed uno dei più significativi studiosi italiani degli ultimi decenni, con doti di eloquio e scrittura impareggiabili e un naturale talento nel diffondere il sapere. Non solo: Antonio Paolucci possedeva la capacità di governare l’arte e il suo mondo, di soprintendere ai suoi delicatissimi equilibri. Da ministro e a capo dei Beni Culturali fiorentini è stato la guida, per tanti anni, del sistema della tutela, dunque la sua scomparsa è una perdita incolmabile. Le Gallerie degli Uffizi, che annoverano numerosi dipendenti cresciuti alla sua ombra, si stringono alla famiglia nel cordoglio. In suo onore, l’Auditorium del museo dove tante volte ha incantato le persone con le sue parole, porterà il suo nome, mentre la sua eredità intellettuale sarà di scientifica ispirazione”. Così il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde sulla scomparsa di Antonio Paolucci.

“Personalmente Antonio Paolucci è stato il mio più importante maestro, la figura che mi ha preceduto come soprintendente del Polo museale fiorentino dopo una carriera già lunghissima nel mondo della storia dell’arte. Da ministro per i Beni culturali è stato decisivo ed ha lasciato un’impronta profonda: ha introdotto una visione nuova e molto aggiornata della fruizione dei beni culturali ed ha sempre sostenuto l’importanza dell’idea del museo diffuso”. Così la storica dell’arte, Cristina Acidini, oggi presidente dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, ricorda Antonio Paolucci, scomparso ieri sera. “Era un grande appassionato di arte – ha aggiunto – dagli oggetti più umili ai grandi capolavori. Ha svolto tutti i suoi ruoli con grande passione e immensa competenza”. Acidini è stata il successore di Paolucci alla guida del Polo museale fiorentino quando nel 2006 lui lasciò l’incarico per raggiunti limiti di età. “Quando sono arrivata al polo fiorentino – racconta Acidini – ho trovato una strutturale già pienamente operativa, fu introdotto un concetto molto funzionale perché l’unità del sistema museale consentiva un grande equilibrio, permetteva di governarlo come una grande famiglia. Paolucci ha sempre avuto una visione lucida ed efficace del patrimonio artistico e culturale”. Tra i suoi più grandi risultati come ministro dei Beni Culturali del governo di Lamberto Dini , Acidini ricorda “quando riuscì a far acquisire l’eredità dell’antiquario Stefano Bardini che era in abbandono totale. Paolucci riuscì a sbloccare questa questione – ricorda Acidini – e fu un’acquisizione importantissima, fu una sua grande vittoria”.

“La scomparsa di Antonio Paolucci crea un grande vuoto nel mondo della cultura. Profondissimo conoscitore della storia dell’arte, museologo di fama mondiale, colpiva per la cristallina chiarezza del suo pensiero”. Così Eike Schmidt, ex direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, ora alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, ricorda Antonio Paolucci. “Era questa la chiave della sua capacità di comunicare a tutti pensieri altissimi e concetti complessi, rendendoli accessibili – aggiunge Schmidt -. E della grande umanità con cui ha saputo guidare e ispirare i colleghi nel loro lavoro, me incluso. È stato per me un onore poter sempre contare sui suoi consigli e sul suo esempio”. Morto Antonio Paolucci, tra i massimi