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Morte Duccio Dini: l’auto viaggiava a 103 km/h. Giachi: “Scene da Far West”

duccio dini

foto sportchianti.it

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’auto che travolse Duccio Dini viaggiava a una velocità di 103 hm/h. Importanti sono stati i video delle telecamere di sorveglianza della città. “Queste prime udienze hanno confermato che quel giorno ci sono state scene da Far West davanti alle quale non è possibile rimanere indifferenti”, ha commentato la vicesindaca e assessora agli affari legali Cristina Giachi.

La velocità di 103 km/h a cui andava l’auto al momento in cui ha investito Duccio Dini, il 29enne morto il 10 giugno 2018, è emerso oggi al processo in corso a Firenze. In base alle indagini che hanno interessato il Dna trovato nella Volvo, al momento dell’incidente viaggiavano quattro uomini. La presenza di almeno due dei sospettati nella Volvo è stata confermata oggi da alcuni testimoni, tra cui due carabinieri e un passante.
E’ stata acquisita agli atti anche la testimonianza di una donna residente nei pressi del luogo dell’incidente, che afferma di aver visto le auto impegnate nell’inseguimento passare ad alta velocità sotto le finestre di casa sua, e poco dopo di aver udito la frase “io ti ammazzo” e il rumore di tre colpi di pistola. Tuttavia la presenza dell’arma non è mai stata confermata nel corso delle indagini svolte.
Gli imputati nel processo per la morte di Duccio Dini sono sette, accusati di omicidio volontario con dolo eventuale. La prossima udienza, nel corso della quale saranno sentiti altri testimoni citati dal pm Tommaso Coletta, è fissata per il 30 ottobre.
“Il Comune è parte civile perché è riuscito a prospettare alla corte d’assise l’esistenza di un danno risarcibile per l’amministrazione. Un danno gravissimo perché quel giorno purtroppo si è rotto il legame di coesione sociale che tiene insieme una collettività”, ha ricordato Giachi.
“É stato leso il diritto delle persone a vivere nel proprio quartiere senza timore di essere investiti o peggio, com’è accaduto , di essere uccisi. Lo confermano quanti, anche oggi, si sono alternati sui banchi dei testimoni. La nostra avvocatura sta seguendo con attenzione le varie udienze – ha concluso la vicesindaca – in attese della discussione finale prevista per il prossimo gennaio”.
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