Proseguono gli interrogatori condotti dalla squadra mobile di Firenze nell’ambito delle indagini sulla morte di Arafet Arfaoui, il 31enne tunisino deceduto giovedì pomeriggio in un money transfer di Empoli, dopo essere stato colto da un malore durante un intervento di polizia e 118.
In tutto tra ieri e oggi ascoltate o da sentire quindici persone tra poliziotti, medici e sanitari del 118 e testimoni. Per il momento il fascicolo per omicidio colposo aperto dalla procura resta a carico di ignoti. I quattro agenti di polizia intervenuti per bloccare Arfaoui, dopo che aveva dato in escandescenze, sono stati interrogati ieri in procura negli uffici della pm Christine Von Borries, titolare delle indagini. Le loro versioni, secondo quanto si apprende, sarebbero concordanti e al momento non sarebbero emersi elementi che facciano pensare a evidenti irregolarità nel loro comportamento e in quello tenuto dai soccorritori.
L’assenza di condotte palesemente scorrette sarebbe confermata anche da una prima visione dei filmati girati dalle telecamere interne al money transfer e da quelle in strada, che tuttavia nei prossimi giorni saranno visionati anche da un consulente nominato dalla procura.
Quando si è sentito male l’uomo era a terra, aveva la manette ai polsi e i piedi bloccati con un cordino dagli agenti che erano impegnati a contenerlo dopo che aveva dato in escandescenze. Oggi la pm titolare dell’inchiesta, Christine Von Borries, ha ascoltato il personale intervenuto, per fare chiarezza sulla dinamica degli eventi. In base agli accertamenti finora eseguiti, anche attraverso un primo esame dei video girati dalle telecamere presenti dentro e fuori il negozio, non sarebbero state rilevate evidenti irregolarità nel comportamento tenuto da agenti e soccorritori.
Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha dato “totale e pieno sostegno ai poliziotti”, parlando di “tragica fatalità”.”Buon sabato ai poliziotti -dice Salvini iniziando la sua diretta Facebook- che a Empoli, poche ore fa, facendo il loro lavoro, hanno ammanettato un violento, un pregiudicato, che, purtroppo, poi è stato colto da arresto cardiaco. Ma se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, ditemi cosa dovrebbero fare, rispondere con cappuccio e brioches?”.
Risposte più chiare arriveranno dall’autopsia, che sarà eseguita lunedì. Al vaglio l’operato non solo dei poliziotti ma anche dei sanitari, per verificare la tempestività e l’appropriatezza dei soccorsi.
In base alla ricostruzione della polizia il 31enne – già noto alle forze dell’ordine, un impiego saltuario come facchino all’interporto di Livorno – si è presentato in un money transfer del centro di Empoli per inviare del denaro. Il titolare, ritenendo che una delle banconote che gli aveva dato fosse falsa, ha chiamato il 113. All’arrivo dei poliziotti Arafet avrebbe dato in escandescenze. Secondo quanto raccontato da un testimone a Rai Radio 1, prima di agitarsi il tunisino sarebbe stato perquisito per oltre un’ora nel bagno del money transfer.
Gli agenti, non riuscendo a calmarlo e dopo essere stati presi a morsi, hanno chiesto l’intervento del 118 perché si valutasse la possibilità di sedarlo. Per bloccarlo sono stati costretti ad ammanettarlo e a legargli i piedi. Quando l’uomo è stato colto da malore la dottoressa del 118 era già sul posto. Sarebbero stati gli stessi quattro agenti che lo contenevano ad avvisarla che qualcosa non andava, facendola avvicinare di nuovo. Poi sono scattate le procedure di rianimazione, andate avanti per 50 minuti.
“Fiducia negli agenti” è stata espressa da parte della Federazione sindacale di polizia. Il sindacato autonomo di polizia Sap, auspicando che sia fatta presto chiarezza sull’accaduto, ha chiesto che di dotare tutti gli agenti che operano su strada di taser, “strumento non letale che tutela sia il poliziotto che il fermato”, e di telecamere.
“Come sindaco rispetto e credo nel lavoro della Giustizia come unico potere in grado di
chiarire le circostanze. Non lasciamo che nessuno strumentalizzi questa vicenda”. Lo afferma su Fb la sindaca di Empoli (Firenze), Brenda Barnini. “Come tutti gli empolesi – scrive – sono rimasta profondamente colpita. La morte, a prescindere dalle circostanze in cui avviene, è sempre un fatto molto triste che non può lasciare indifferenti. E sono sicura
che i primi ad esserne turbati sono gli agenti del Commissariato di Empoli, che quotidianamente sono impegnati in un lavoro tanto difficile com’è quello di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico”.
Sempre oggi una delegazione di Fratelli d’Italia, con il deputato Giovanni Donzelli e alcuni consiglieri comunali dell’area Empolese, è andata al commissariato di polizia per
“esprimere la nostra vicinanza – si legge in una nota del parlamentare – a chi ogni giorno è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini ed oggi vive un difficile momento. Ci
mettiamo a disposizione, come sempre abbiamo fatto, dalla parte di chi garantisce l’ordine pubblico, per mettere in campo tutti gli strumenti istituzionali adeguati a sostenere il loro lavoro quotidiano”.