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Morto Giorgio Morales, fu 2 volte sindaco di Firenze

Giorgio Morales con il sindaco Dario Nardella e il prof. Mario Primicerio

foto tratta da profilo FB Dario Nardella

Morales è morto all’età di 88 anni a Firenze, in seguito, secondo quanto appreso, alle complicazioni legate a una polmonite non legata però al Coronavirus.

E’ morto l’ex sindaco di Firenze Giorgio Morales, classe 1932. Socialista, fu eletto primo cittadino di Firenze due volte: nel 1989 succedette a Massimo Bogianckino, che dovette lasciare per un infarto, sostenuto da Pci, Psi, Psdi e Pli, nel 1990 formò poi una giunta di pentapartito (Dc, Psi, Pri, Psdi e Pli). Ricandidatosi nel 1995 sotto le insegne di Forza Italia, fu sconfitto da Mario Primicerio.
“Addio a Giorgio Morales, sindaco dal 1989 al 1995 – scrive Nardella su Facebook -. Ricordo con commozione la sua ultima
visita a Palazzo Vecchio in occasione del compleanno di
Primicerio. I fiorentini lo piangono nel ricordo profondo della
sua dedizione al servizio della città. Alla famiglia giunga il
nostro più sincero cordoglio”

Morales è morto all’età di 88 anni a Firenze, in seguito, secondo quanto appreso, alle complicazioni legate a una polmonite non legata però al Coronavirus. Nato a La Spezia il 26 marzo 1932, Morales era impegnato in politica fin da giovanissimo nel Movimento di Unità Popolare, poi confluito nel Psi, e nel 1957 Morales si iscrisse al Partito socialista. Si era laureato in Scienze politiche ed aveva iniziato la carriera come dirigente della Provincia di Firenze, dove ha lavorato 1965 al 1970. Con l’inizio dell’attività della Regione Toscana, nel 1970 divenne
coordinatore dell’Ufficio legislativo del Consiglio regionale,
carica che ha mantenuto fino 1979. E’ stato consigliere comunale e assessore del Comune di Firenze ininterrottamente dal 1975 al 1989. Ricoprì l’incarico di assessore al decentramento nel 1975 con il sindaco Elio Gabbuggiani, per poi essere nominato vicesindaco dal 1979 al 1983. Nelle giunte presiedute dai sindaci Alessandro Bonsanti, Lando Conti e Massimo Bogianckino fu assessore alla cultura.
Poi assunse la guida di Palazzo Vecchio, prima nel 1989, succedendo a Bogianckino, e nel 1990 formò una giunta di
pentapartito (Dc, Psi, Pri, Psdi e Pli). Rincandidato e
sconfitto nel 1995, rimase consigliere comunale fino al 1999.
Morales è stato presidente dell’Istituto regionale per la
programmazione economica della Toscana (Irpet) dal 2001 al
dicembre 2003. È stato membro del Consiglio direttivo
dell’Istituto europeo dell’Ombudsman e Difensore civico della
Regione Toscana dal 2004 al 2010.

“Una perdita gravissima, che mi riempie di dolore e di amarezza. Con Giorgio Morales se ne va un pezzo della nostra migliore storia politica e amministrativa. Un grande uomo e una figura istituzionale che ha lasciato il segno nella città di Firenze e nella Toscana. Il dolore è affiancato all’orgoglio per essergli stato vicino dal punto di vista politico e umano. E’ stato lui il primo a credere in me ancora inesperto, e affidarmi un ruolo di grande responsabilità chiamandomi in giunta nel ’93 come assessore alle infrastrutture e alla mobilità”. Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
“Insieme a lui ho vissuto quella mia esperienza sentendo il
conforto, quasi paterno, e il sostegno della sua grandissima
stima nei miei confronti – aggiunge in una nota -. Con lui ho
condiviso tutta l’esperienza socialista”. Giani ricorda che
“Morales era arrivato al partito dopo il suo impegno nel mondo
laico e progressista che lo aveva portato nei movimenti che si
ispiravano al socialismo liberale dei fratelli Rosselli. A lui
dobbiamo l’impegno straordinario nella trasformazione che
caratterizzò il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica”.
“Nel ’95 Morales interruppe la sua esperienza politica e
amministrativa e con grande dignità tornò a esser dirigente in
Regione Toscana – sottolinea ancora Giani -, in quella Regione
per la quale era stato tra i protagonisti e ispiratori dello
statuto della sua prima stagione nel 1970, insieme a Elio
Gabbuggiani e Romano Fantappiè.
Con lui non ho mai interrotto i miei colloqui e i rapporti di
vicinanza – conclude – grazie a un legame franco e stretto che
mi ha portato a sentirlo fino a pochi giorni fa. Lo ricorderemo
come è doveroso con iniziative adeguate che organizzerò quanto prima”.

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