Il primo piano degli Uffizi ospita le Riviste che hanno dato voce al progressismo italiano del primo Novecento: idee contrastanti a confronto che hanno saputo segnare un’epoca.
La mostra “Riviste: la cultura in Italia nel primo Novecento” avrĂ luogo da oggi 15 Giugno fino al 17 Settembre, ed ospiterĂ , oltre alle edizioni originali delle riviste, anche libri, manifesti e fogli al fine di permettere un’immersione totale all’interno di un periodo culturale ed intellettuale caratterizzato sì da grandi contrasti ideologici, ma comunque tutti volti verso una riconsiderazione di natura progressista dell’establishment allora corrente.
Al fondatore del movimento futurista italiano Filippo Tommaso Marinetti si aggiunge il liberalismo di Piero Gobetti, che riesce a far convivere nel suo bagaglio filosofico e politico post-illuminista considerazioni profondamente sociali, delle quali l’ossessiva rivendicazione del movimento operaio, in particolare, ha caratterizzato un’intera epoca di giovani intellettuali.
All’interpretazione in chiave sociologica del marxismo di Antonio Gramsci seguono le trasversali idee del fiorentino Giovanni Papini, pioniere del pragmatismo italiano, ma anche uno dei primi a portare nel nostro paese le scie delle cosiddette avanguardie storiche, quali futurismo e post-decadentismo.
Queste le parole del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano: “Le menti piĂą acute e brillanti della politica e della cultura nazionale si sono confrontate sulle pagine di periodici autorevoli, sin dagli esordi di `Leonardo` di Papini e Prezzolini, fino a `900` di Bontempelli e Malaparte e `Solaria` di Carocci, le ultime a esprimere una voce di libertĂ a cavallo degli anni Venti e Trenta. E sottolinea: “Le idee nate da questo confronto anche aspro, ma pur sempre vivace e fecondo, hanno alimentato a lungo il pensiero politico e filosofico italiano, arrivando a volte sino ai nostri giorni. Dopo anni di silenzio con questa mostra si torna a discutere di idealismo e di risposta al positivismo”.
Presente alla mostra anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, secondo il quale quella a Firenze è un’ottima occasione per sottolineare l’importanza culturale delle riviste di primo Novecento. La mostra, afferma, “va a colmare un vuoto che durava da troppi anni, un vuoto che riguarda quel grande crogiuolo all’inizio del Novecento di intelligenze diverse, con contrapposizioni a volte anche aspre ma tutte accomunate da un sentimento: quello di innovare, di affrontare il mondo intellettuale”.
La Russa ha, inoltre, colto l’occasione per tratteggiare un confronto generazionale affermando: “”Queste riviste nel 1903 sono tutte opera di ragazzi. Oggi, a quell’etĂ i nostri figli qualche volta sono ancora ‘mammoni’, loro giĂ facevano riviste e cambiavano il mondo. A quell’epoca fondavano riviste che hanno avuto breve durata ma che in pochi anni hanno lasciato il solco. Riviste di poche pagine, ma che sono uno dei fondamenti importanti della storia e della cultura italiana”.