Pontassieve, “L’infanzia rubata. La guerra negli occhi” è il titolo della mostra fotografica del fotografo piombinese Pino Bertelli, curata da Antonio Natali e Adriano Bimbi, allestita nella Sala delle Colonne del Palazzo Comunale.
La mostra è stata resa possibile dal contributo della Fondazione CR Firenze e della Regione Toscana, con la partecipazione, anche, di Toscana Energia, la mostra di Bertelli, si inserisce nel ciclo di esposizioni curate da Adriano Bimbi e Antonio Natali, che portano nella Sala delle Colonne l’arte del ‘900, tra grandi maestri e giovani artisti.
In podcast la presentazione di Antonio Natali.
La mostra, con i suoi 31 scatti in bianco e nero, prestati da Francesco Mazza, è un cogente atto di accusa contro i conflitti che dilaniano il pianeta, attraverso gli sguardi smarriti dei bambini, sguardi che squarciano il silenzio e, con la loro profondità, resa ancora più intensa dal bianco e nero potente di Bertelli, trasmettono il dolore e la paura dei bambini vittime, ogni giorno, della guerra.
L’obiettivo del fotografo si focalizza sugli occhi, invitandoci a non chiudere i nostri di fronte all’orrore, per cercare e ritrovare, nella purezza di questi sguardi, l’umano.
Nei ritratti di Bertelli, anche un indiretto omaggio a Pier Paolo Pasolini, nell’amore e nella difesa degli ultimi, immortalata in ogni scatto del fotografo, che fa parte anche del collettivo Reporter sans frontieres.
“Una mostra dal grande impatto emotivo ed emozionale, che siamo molto orgogliosi di ospitare in un momento così drammatico. – dicono la sindaca Monica Marini e il vicesindaco Carlo Boni – L’arte di Bertelli ci impone di guardare negli occhi, senza voltarci, l’atrocità della guerra, mettendocela davanti in tutta la sua drammaticità. Ci fa riflettere e ci costringe a prendere l’unica posizione possibile: al fianco di chi le guerre le subisce e di chi, a causa delle guerre, si vede negato ogni diritto.”
“Non c’è parola – dicono i due curatori Antonio Natali e Adriano Bimbi – che eguagli l’efficacia emotiva delle immagini di Bertelli. Negli occhi dei bimbi, il fotografo riesce a leggere non già la cronaca di un’afflizione, bensì la storia millenaria del martirio d’un popolo. Ferisce l’atavica tristezza che indelebilmente segna quegli occhi, sovente vivi di un’intelligenza che sarebbe altrove feconda d’opere belle e invece destinata a rimanere inespressa, reclusa in un mondo senza futuro”.
Presente all’inaugurazione anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha dichiarato “In questo momento drammatico, in cui ogni giorno siamo costretti a guardare in faccia gli orrori e le vittime di una guerra molto vicina a noi, la bellissima mostra organizzata nel Palazzo Comunale di Pontassieve parla alle nostre coscienze e fa appello alla nostra umanità, raccontandoci delle tante, tantissime, troppe guerre che hanno devastato e ancora devastano il pianeta. I bambini, lo sappiamo, sono le vittime principali della guerra, di tutte le guerre. Perché oltre a subire violenze, fame, lutti, dolore e mutilazioni a causa dei conflitti, i bambini perdono la loro innocenza. La vita quotidiana, scandita dalla guerra, li deruba per sempre anche della cosa più importante, ovvero della loro infanzia. Un messaggio forte, dunque, quello che viene da questa mostra che sono grato al Comune di Pontassieve di aver organizzato. Un messaggio che ci arriva dagli scatti potenti di un maestro della fotografia di strada. È per me anche motivo di orgoglio, lo devo dire, sapere che un reporter rigoroso come Pino Bertelli è un toscano di Piombino, che si è fatto le ossa in acciaieria e da questa esperienza ha mutuato il suo sguardo sul mondo del lavoro e la sua capacità di ritrarre la società dal punto di vista degli “ultimi”. Mi auguro che siano in tanti a sperimentare la potenza delle sue inquadrature e che il suo messaggio colpisca nel segno e arrivi davvero dritto al cuore del pubblico.”