“La sede naturale e inevitabile di una mostra sul Beato è nel convento di San Marco, dove le sue opere principali sono conservate e dove il Beato ha vissuto la parte più importante della sua vita” dice il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi
“Ottima idea la mostra di Beato Angelico. Ma nessuna opera – dice Sgarbi – uscirà dagli Uffizi e dal museo di San Marco per andare a palazzo Strozzi. La sede naturale e inevitabile di una mostra sul Beato è nel convento di San Marco, dove le sue opere principali sono conservate e dove il Beato ha vissuto la parte più importante della sua vita”. lo afferma il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.
Il 21 gennaio 2021, ricorda ancora sgarbi, “ha riaperto il Museo di San Marco con la nuova Sala del Beato Angelico, nota in precedenza come Sala dell’Ospizio, che la Direzione regionale musei della Toscana tutela. È assurdo spostare opere che sono appena state esposte nel Museo. ll convento di san Marco fu il luogo dove il Beato Angelico maggiormente operò. Il complesso di San Marco, con la chiesa e il convento, era il cuore della vita religiosa e civile della Firenze del Quattrocento. Il rapporto fra il banchiere fiorentino Cosimo de Medici e il frate Giovanni, poi Beato Angelico, è ben visibile all’interno del convento: dal chiostro alla sala dello Spizio, dove sono il giudizio universale o il tabernacolo dei linaioli, fin dentro ogni cella dei frati domenicani è possibile vedere le opere del Beato Angelico”.
“Il Beato aveva atteso al trasferimento dal San Domenico di Fiesole a San Marco di Firenze. Negli anni fra il 1439 e il 1440 fu mandato a Cortona, per conto di Cosimo de’ Medici, per donare ai frati domenicani una pala del convento di San Marco. Il frate rimase nel convento fiorentino fino al 1445 . Quando palazzo Strozzi fu costruito – conclude – Beato Angelico era morto da più di cinquant’anni” ha concluso Sgarbi
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