Depositata alla corte d’appello di Genova la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo per Mario Vanni. Lo ha reso noto l’avvocato Valter Biscotti che, insieme al collega Antonio Mazzeo, assiste il nipote del postino di San Casciano, morto nel 2009 a 81 anni: “Mio zio era un uomo docile, non può essere lui il Mostro”.
Mostro di Firenze, depositata alla corte d’appello di Genova la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo per Mario Vanni. Lo ha reso noto l’avvocato Valter Biscotti che, insieme al collega Antonio Mazzeo, assiste il nipote del postino di San Casciano, morto nel 2009 a 81 anni. Insieme a Giancarlo Lotti Vanni fu condannato al processo bis sul mostro per gli ultimi quattro duplici delitti: Montespertoli 1982, Giogoli 1983, Vicchio 1984, Scopeti 1985. In appello nel 1999 Vanni – per il quale il pg aveva comunque chiesto l’assoluzione – ebbe l’ergastolo, Lotti 26 anni di carcere, condanne rese definitive nel 2000 dalla Cassazione.
Il caso passa ora nelle mani della corte di appello di Genova, che dovrà fare un primo esame della richiesta. La richiesta di revisione è stata presentata per conto del nipote del postino Mario Vanni, e si base in particolare sullo studio delle larve rilevate sui cadaveri, che secondo i consulenti impone di retrodatare la data della morte di due giorni, dalla domenica al venerdì: un dato considerato cruciale, perché in contrasto con il racconto del testimone chiave, l’altro compagno di merende Giancarlo Lotti. Non solo. Gli avvocati Biscotti e Mazzeo parlano di testimonianze mai valutate al processo che smentirebbero lo stesso Lotti riguardo la sua presenza a Scopeti e sulla scena di un secondo delitto del Mostro. “Non è una strada semplice quella della revisione- hanno detto Mazzeo e Biscotti- ma abbiamo raccolto elementi di certezza a favore della nostra tesi”. Seduto accanto ai legali, il nipote di Vanni aggiunge: “Mio zio era un uomo docile, non può essere lui il Mostro”.