Così il Movimento Shalom, ong toscana, sul libro del cardinale Robert Sarah, con il contributo di Benedetto XVI, sulla questione del celibato dei sacerdoti.
“Anche noi ‘non possiamo tacere’ come ebbe a dire S. Agostino” e “vogliamo esprimere nella libertà e nel rispetto verso questi due grandi uomini di Chiesa che Gesù non la pensava proprio così, perché scelse come apostoli uomini sposati, e l’apostolo Paolo nelle lettere pastorali per il discernimento dei diaconi e dei presbiteri raccomanda che siano sposati una sola volta” dice Shalom in una nota, replicando alle recenti posizioni di Papa Benedetto XVI.
“Il celibato ‘è una questione di disciplina, non di fede. Si può cambiare’ ha detto Papa Francesco – sottolinea Shalom -. Ci teniamo a ricordare che il matrimonio, come insegna la Chiesa, è un sacramento mirabile”, “pur essendo grande il dono del celibato, riteniamo che sia altrettanto grande il dono della famiglia, dove lo sposo e il padre svolge il sacerdozio ordinato senza contraddizione”. “Per 1200 anni anche nella Chiesa cattolica d’occidente vigeva la libertà di scelta – prosegue la nota, – in oriente non si è mai interrotta. Abbiamo ospitato e conosciuto santi sacerdoti armeni, copti, siriaci, caldei, tutti cattolici, tutti fedeli al Papa, tutti animati da grande fede. Li abbiamo visti celebrare liturgie incantevoli circondati dalle loro spose e dai loro figli”.
Per il Movimento Shalom, infine, “non è sostenibile che il celibato sia ‘indispensabile per lo svolgimento del ministero sacerdotale’ e che l’ordinazione di uomini sposati in Amazzonia possa causare uno scisma nella Chiesa. Il solo pensiero è aberrante”.