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Mps chiude il 2023 con 2 miliardi di utili. Giani: “Pericolo scongiurato, avevamo ragione”

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BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS Foto Imagoeconomica

Mps ha chiuso il 2023 con un utile di 2.052 milioni di euro, che si confronta con la perdita di 205 milioni conseguita nel 2022, esercizio che spesava costi di ristrutturazione per 931 milioni. Il risultato è superiore agli 1.344 milioni attesi dagli analisti e consente a Siena di tornare a pagare il dividendo dopo tredici anni, con due anni di anticipo rispetto al piano. La proposta del cda, si legge in una nota, è di 0,25 euro per azione, per un monte dividendi di 315 milioni di euro.

Nonostante il ritorno alla cedola con due anni di anticipo rispetto al piano, con 315 milioni di euro che verranno distribuiti agli azionisti, Mps continua a rafforzare la propria situazione patrimoniale che si pone – sottolinea la banca in una nota – “ai vertici del sistema” e testimonia la capacità di Siena di generare “un’organica profittabilità sostenibile”.Mps si propone di distribuire agli azionisti, a valere sui risultati 2024, il 50% degli utili netti (pay-out ratio). Lo si legge nelle slide di presentazione dei risultati 2023, esercizio record per la banca guidata da Luigi Lovaglio. Sulla base dei risultati conseguiti quest’anno e delle prospettive per la banca, il pay-out sottintende un aumento del dividendo ai soci. “Sono molto soddisfatto, non ho ancora avuto modo di confrontarmi con i colleghi delle altre fondazioni, ma credo che non possiamo che essere soddisfatti. Il dividendo è rilevante, in anticipo di due esercizi e anche molto più rilevante di quanto si aspettasse il mercato. Un dividendo simbolico ce lo aspettavamo, ma lo 0,25 significa una cifra molto importante e quindi siamo veramente molto contenti”. Così Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps e coordinatore della consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana, commenta il bilancio di Mps.

“Complimenti a chi governa in questo momento Mps – ha aggiunto Rossi a margine di un evento in Regione Toscana a Firenze – l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, tutto il consiglio di amministrazione e tutti i dipendenti che hanno fatto sacrifici molto significativi e credo che anche per loro sia motivo di grande soddisfazione”. Quello del futuro di Mps “è un tema che riguarda la governance della banca e soprattutto gli azionisti della banca, tra cui il Mef che è ancora l’azionista di riferimento – ha detto ancora -. Credo che con questi risultati non sia impossibile che entro il 2024 possa essere previsto un ulteriore ricorso al mercato per quanto riguarda il Mef, ma su questo non posso che fare lo spettatore”. Per Rossi l’ulteriore ricorso al mercato “potrebbe” avvenire con le stesse modalità di dismissione del 25% della banca ceduto dal Mef nel novembre scorso, oppure, aggiunge, potrebbe “affacciarsi un’ipotesi di intervento di altri soggetti del mondo della finanza, ma su questo faccio assolutamente lo spettatore”.”La descrizione di una banca in buona salute ci conforta e ci fa guardare con ottimismo al futuro anche grazie alla professionalità di chi si è messo a disposizione nei momenti più difficili, dai vertici ai dipendenti stessi”. Questo il commento del sindaco di Siena Nicoletta Fabio a margine dei risultati illustrati durante il consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi.

“Se voi prendete le rassegne stampa di fine 2020 ritroverete le mie dichiarazioni quando feci da catalizzante per un impegno, poi espresso dagli enti locali senesi e toscani. E adesso posso dire: avevamo ragione. Avevamo ragione quando ci siamo posti a dire, davanti al ministro Gualtieri e agli alti dirigenti del ministero, che Mps aveva le risorse per superare un momento in cui si tendeva verso l’incorporazione in Unicredit che avrebbe cancellato Mps. Per fortuna abbiamo vinto, avevamo ragione noi” Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, a margine di un evento in Regione. “Quei dati che allora proponevamo sono i dati che oggi stagliano Mps, con alcune misure di risanamento, come una realtà capillare sul territorio, con una capacità di raccolta, di interpretare i bisogni e le risposte in termini finanziari che l’hanno reso a questo punto, anche in anticipo dei tempi, protagonista di un pericolo scongiurato. Nel 1472 nasceva Mps, avevamo il timore che con essa scomparisse la presenza di una realtà sul piano finanziario importante della Toscana, e invece questi dati dimostrano che è stato giusto tenerla con una proprietà dello Stato e valorizzare il suo management e la sua prospettiva”. Per Giani “il momento delicato sarà quando lo Stato uscirà da Mps”. Per il presidente della Toscana “la strada giusta è creare le condizioni perché quando Mps sarà messa sul mercato possa arrivare un socio che ne valorizzi la tradizione e le sue radici toscane. Ritengo che quando sarà scelto chi dovrà essere il proprietario del pacchetto di maggioranza o i soci che ne gestiranno la maggioranza dovremmo sceglierlo avendo ben cura perché noi dobbiamo mantenere questa banca profondamente radicata in Toscana”.

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