Luca Scarsella ha chiesto ai magistrati genovesi di essere interrogato per parlare di manomissioni ai video sulla morte dell’ex capo comunciazione della banca senese
Il consulente della famiglia di David Rossi, l’ex capo comunicazione di Mps morto a marzo 2013 dopo essere precipitato da una finestra di Rocca Salimbeni, ha chiesto di essere interrogato dai magistrati genovesi.
Luca Scarsella, ingegnere, ha presentato un esposto in cui illustra una serie di manomissioni e alterazioni al video delle telecamere di sorveglianza che riprendevano il momento della caduta e la successiva agonia di Rossi. Delle alterazioni, il consulente aveva parlato anche con la trasmissione televisiva Le Iene. Ma oggi, secondo il Secolo XIX, l’ingegnere chiede ai pm di Genova di rivedere quel video e le analisi da lui effettuate con le alterazioni.
Il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e il sostituto Cristina Camaiori seguono l’inchiesta aperta nel capoluogo ligure sule presunte omissioni dei colleghi senesi che indagarono sulla morte dell’allora capo comunicazione. La morte venne definita un suicidio, ma i familiari non hanno mai creduto a questa ipotesi. La procura di Genova aveva aperto un fascicolo per abuso d’ufficio a carico di ignoti dopo l’intervista rilasciata a Le Iene dall’ex sindaco senese Pierluigi Piccini che, nell’intervista, aveva detto di aver saputo di ‘festini’ ai quali avrebbero partecipato importanti personaggi della magistratura e della politica e che forse l’inchiesta sulla morte di Rossi era stata ‘affossata’ per questo.
A Siena, intanto, i magistrati hanno effettuato un sopralluogo nella zona della sede di Mps, nell’ambito del fascicolo di accertamenti preliminari relativo alla morte di Rossi, per cercare fori di proiettile. A parlare di colpi di pistola era stato Antonio Muto, un testimone sentito dal legale della famiglia Luca Goracci. Dopo la trasmissione di Mediaset, i pm senesi avevano presentato querela per diffamazione dopo le dichiarazioni di Piccini. Sempre nel capoluogo ligure e’ aperta l’inchiesta sulla lettera di minacce, accompagnata da un proiettile, indirizzata al pm senese Aldo Natalini che si era occupato anche della vicenda Mps. L’ipotesi di reato è tentata minaccia grave.