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Mps, Fondazione non si costituisce parte civile, sindaco Siena: “scelta ingiustificata e politica”

siena, sindaco Luigi De Mossi

Il sindaco di Siena Luigi De Mossi commenta duramente in una nota la decisione della Fondazione Mps di non costituirsi parte civile al processo a Milano contro Profumo e Viola. Il procedimento penale nei confronti degli ex vertici della banca senese e dell’istituto stesso, coinvolto per la legge sulla responsabilità degli enti, riguarda la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria.

Secondo De Mossi la scelta della Fondazione Monte dei Paschi di Siena “pare dettata da logiche esclusivamente politiche e non da valutazioni di natura giuridica. Diversamente, qualora fossero state fatte analisi strettamente giuridiche, la Fondazione Mps vorrà chiarire su quali basi ha preso tali decisioni, ivi compreso il rilascio di un opportuno parere giuridico e se in ogni caso abbia interrotto la prescrizione tenendo conto delle limitazioni previste dal codice civile per le azioni di responsabilità per le società per azioni”.

Per Alessandro Profumo, ex presidente di Mps e Fabrizio Viola, ex amministratore delegato, la Procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione dell’accusa per uno dei filoni di inchiesta. I due continuano a rispondere di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali.

Nel processo Mps, come deliberato dal consiglio di amministrazione la scorsa settimana, non ha chiesto di essere parte civile in quanto, è stato spiegato in una nota, la vicenda “riguarda il passato della Banca” e “alla luce delle transazioni stipulate dagli amministratori oggi non più in carica con Nomura e Deutsche Bank, non ha riflessi attuali sui bilanci” dell’istituto, invece imputato nel processo per responsabilità civile e amministrativa.

Il cda, in una nota, afferma che “allo stato, non sussistono le condizioni per procedere alla costituzione di parte civile nel procedimento […] Nel formulare le proprie valutazioni, il consiglio di amministrazione ha considerato nel loro insieme tutti gli elementi decisionali disponibili, avendo esclusivo riguardo al perseguimento degli interessi della banca e alla tutela dell’integrità del suo patrimonio”.

Nella nota è stato precisato anche che “eventuali elementi che dovessero emergere dal processo o dalle autonome verifiche già disposte dalla Banca e da cui si possano ravvisare profili di responsabilità degli imputati, oltre a profili di danno effettivamente misurabili in capo alla Banca, potranno essere utilizzati per proporre all’assemblea degli azionisti l’avvio di eventuali iniziative risarcitorie in sede civile nei confronti degli imputati”.

 

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