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🎧 Multiutilty, in arrivo una mozione unitaria per chiederne la fine

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Proseguono le proteste in seno alla nascita della nuova multiutility toscana. Il coordinamento di comitati e associazioni ‘No multiutility’ ha chiesto una mozione per esprimere contrarietà all’operazione e per chiedere ai sindaci “di rivedere le loro posizioni”. Per farlo sono stati promossi incontri con sindaci e consiglieri comunali di 60 comuni della Toscana Centrale.

“I servizi pubblici giocano un ruolo essenziale nella vita dei cittadini, devono essere accessibili a tutti anche a coloro che hanno redditi bassi – ha dichiarato il coordinatore del movimento, Rossella Michelotti -. Con la multiutility noi mettiamo un tipo di società che diventa una holding finanziaria e lo scopo della holding finanziaria è quello di produrre utili. Ci sarà un aumento vertiginoso delle tariffe e i Comuni soci vedranno raddoppiati gli utili. Firenze passerà dagli attuali 40 milioni di euro di utili delle partecipati a 88 milioni”.

Michelotti ha spiegato la mozione sarà presentata in quasi tutti i Consigli comunali, anche a Firenze, “dove sono dalla nostra parte Sinistra Progetto Comune, M5s e il consigliere di Italexit Andrea Asciuti”. Tra gli interventi, oltre al consulente Remo Valsecchi, anche quello dell’avvocato Donella Bonciani.

“Noi contrastiamo questo progetto perché porta ad una estrema privatizzazione dei servizi pubblici – ha attaccato -. Negli atti presentati nei Consigli comunali si spiega che la multiutility porterà ad una maggiore partecipazione e un maggior controllo dei Comuni nella gestione dei servizi pubblici essenziali. Questo non è vero: se si crea un soggetto come questo seguirà logiche di profitto”. Potere al Popolo intanto parla di “evidenti vizi sostanziali del progetti, con irregolarità nella procedura di fusione. I comuni più piccoli hanno già compreso il danno patrimoniale ed amministrativo derivante dalla concentrazione di quote societarie”.

Tra gli aspetti maggiormente contestati c’è, secondo i comitati, l’esposizione delle risorse pubbliche alla speculazione, con rischio di ricadute negative nei bilanci comunali e di incremento delle tariffe. Anche in vista dell’apertura alla quotazione in borsa.

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