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Munzir e Mustafa sono arrivati a Siena

Munzir e Mustafa

Siena, Munzir e Mustafa, il padre e il figlio con gli arti mutilati per i bombardamenti in Siria, sono arrivati venerdì sera nella città toscana dove nei pressi della città sono ospitati nella ‘loro’ nuova casa messa a disposizione dalla Caritas e dall’Arcidiocesi.

Munzir e Mustafa, insieme alla mamma e alle due sorelline erano atterrati a Fiumicino e sono stati subito accompagnati in Toscana dagli organizzatori del Siena International Photo Awards. Nella casa che li ospiterà li ha accolti il cardinale Augusto Paolo Lojudice, che aveva proprio manifestato la volontà di portare loro il saluto della Chiesa.

Con l’arcivescovo di Siena anche personale della Caritas diocesana e i volontari che si prenderanno cura della famiglia. Dopo un periodo di isolamento Covid padre e figlio potranno iniziare le cure al Centro protesi di Budrio in provincia di Bologna.

In Siria, per i bombardamenti, hanno perso gambe e braccia. Siena, in una gara di solidarietà senza precedenti, li ha adottati e gli daranno una nuova vita. Bologna e la scienza sperano di tornare a farli camminare e ad abbracciare nuovamente.

Munzir e Mustafa, i protagonisti dello scatto ‘Hardship of Life’, che ha fatto il giro del mondo diventando immagine simbolo del dramma siriano insieme con la mamma Zeynep e le due sorelline, da questo venerdì sono in Italia.

Uno scatto, quello del fotografo turco Mehmet Aslan, che aveva commosso il mondo intero aggiudicandosi il premio assoluto al Siena International Photo Awards 2021.

“Adesso è figlio vostro”, ha detto la mamma del piccolo Mustafa agli organizzatori del Sipa appena dopo l’atterraggio. Dalla città del Palio era partita una gara di solidarietà che aveva portato alla raccolta di 100 mila euro e alla possibilità di un percorso di cure nel Centro Protesi Vigoroso di Budrio (Bologna).

Solo tra due settimane, dopo un periodo di quarantena, i medici potranno sottoporli ad esami con la speranza di potergli applicare delle protesi che possano ridare le gambe e le braccia al piccolo Mustafa e la gamba destra al padre Munzir.

Nel frattempo, Siena si prenderà cura di loro. Lo farà grazie all’impegno dell’Arcidiocesi e del cardinale Augusto Paolo Lojudice che, insieme alla Caritas, si è adoperato per trovargli un’abitazione alle porte della città. “Appena arrivano li incontrerò. Spero di essere il primo. E’ la Chiesa che li accoglie e in questo caso mi sento di rappresentarla tutta la Chiesa” ,ha detto il cardinale che poi ha aggiunto: “Si tratta di un dramma umano di una famiglia che è diretta conseguenza della guerra, follia distruttiva ed efferata. Una volta arrivati dovremo capire le loro aspettative, farli rimanere con i piedi per terra e farli sentire accolti in una famiglia ancora più grande”.

La macchina della solidarietà e del volontariato si è già messa in moto. Alla famiglia di Mustafa verranno forniti vitto e un’indennità. Ci sarà poi da pensare all’integrazione: per questo è già stato individuato un mediatore linguistico mentre la Caritas si occuperà di creare una rete di supporto e di relazioni con il territorio. Infine, sarà attivato un percorso di accompagnamento, oltre all’insegnamento della lingua italiana.

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