Il presidio ha l’obiettivo di denunciare il processo di precarizzazione all’indomani del bando con cui lo scorso maggio sono stati messi a gara i servizi museali di Firenze
Domani, 17 giugno, Firenze accoglierà la mobilitazione dei lavoratori di Opera, l’impresa che gestisce i servizi museali di Firenze, tra l’altro per Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti, Polo museale regionale toscano e Opificio delle Pietre Dure, contro la precarizzazione percepita come imminente.
A preoccupare sindacati e personale, si legge in una nota, è il bando con cui sono stati messi a gara i servizi museali della città di Firenze lo scorso maggio: un avviso pubblico che, secondo i sindacati, “non garantisce né gli attuali livelli occupazionali, né il mantenimento delle condizioni lavorative e contrattuali”.
Durante il presidio di domani prenderanno la parola lavoratrici e lavoratori del sistema dei beni museali di tutta la città per rivendicare i propri diritti, in particolare sul tema dell’aumento dei propri salari in funzione di un settore, quello del turismo, che ha fatto registrare un aumento generale del gettito fiscale.
Filcams Cgil e UilTucs hanno sottolineato che “Gli Uffizi sono un luogo di cultura, tra più visitati al mondo, e costituiscono quindi anche una enorme ricchezza che deve essere più adeguatamente distribuita alle lavoratrici e ai lavoratori. È inaccettabile che non siano garantiti i diritti e la dignità a chi da 25 anni svolge in modo impeccabile ed eccellente il proprio compito al servizio della città e dei visitatori di tutto il mondo”.
I lavoratori di Opera si sono rivolti, continua la rappresentanza dei sindacati, “a istituzioni e forze politiche perché siamo stanchi di vivere e lavorare in una città sempre più al collasso per il turismo di massa, che finisce per incrementare la rendita di pochi e impoverire il reddito di tanti, provocando sfruttamento e precarizzazione. Ora, a causa di una gara di concessione inaccettabile, scritta dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt, rischiamo un significativo taglio del personale e da una riduzione di almeno 300 euro di stipendio”.