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Gio 13 Mar 2025
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ToscanaCronacaMuseo Ginori: Comune di Sesto Fiorentino convoca assemblea pubblica con Montanari

Museo Ginori: Comune di Sesto Fiorentino convoca assemblea pubblica con Montanari

Museo Ginori – Sabato 15 marzo assemblea pubblica a Sesto Fiorentino (Firenze) sul futuro della Fondazione dopo che è emerso l’orientamento del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, di nominare presidente l’avvocato Marco Corsini, attuale sindaco di Rio nell’Elba (Livorno), al posto del professor Tomaso Montanari.

Partecipano, annuncia il Comune di Sesto, il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco Lorenzo Falchi, lo stesso Montanari.
“La storia non si ferma – Il futuro della Fondazione Ginori” è il titolo dell’assemblea convocata dall’amministrazione comunale alle 11 alla Biblioteca Ragionieri proprio sulla governance della Fondazione Archivio Museo Ginori della Manifattura di Doccia.

Nell’incontro verrà illustrato “quanto fatto fino ad oggi dalla Fondazione, lo stato dell’arte dei lavori e quanto ancora resta da fare in vista della riapertura del museo, un percorso complesso che necessita di continuità per essere ultimato”.

“È un puro atto squadrista di esercizio del potere per il potere. Non per fare, ma per togliere. Non per costruire, ma per distruggere. Una violenza assurda, insensata: in cui tutti hanno da perdere. Il ministro la faccia, la nazione un patrimonio. Violenza e vigliaccheria insieme: si chiama fascismo”. Lo afferma, in una nota, Tomaso Montanari, in merito alla vicenda legata alla sua mancata riconferma alla presidenza della Fondazione Museo Ginori. Montanari ricorda che la presidenza è un incarico gratuito, “altrimenti non l’avrei accettata da Franceschini, né tantomeno avrei accettato la conferma per un secondo mandato annunciatami da Giuli. Poi Giuli ha cambiato idea”.
Per Montanari “è chiaro che tutto il lavoro fatto in 4 anni, finirà nella pattumiera. Una pura punizione per la Toscana, e per la Sesto Fiorentino fieramente antifascista. Ed è questa la cosa che fa male. Non per me” ma “per quelle opere meravigliose, per le persone che ci lavorano, per un territorio che aspettava a gloria il suo museo. E che ora sarà nelle mani di uno scelto per fedeltà senza alcuna competenza professionale di storia dell’arte, o di governo del patrimonio culturale”.