“Si ‘abbassi’, caro ministro, al livello dei sindaci italiani, che sono la parte sana della democrazia, l’antidoto credibile di una politica misera che ha perso ogni credibilità. Lo faccia. E poi trovi un barlume di dignità personale nel profondo della sua coscienza per chiedere scusa a 8000 sindaci italiani e a chi li ha votati”.
Lo scrive in un lungo post su facebook il sindaco di Firenze Dario Nardella commentando una dichiarazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ieri, “nel diluvio me l’ero perso”,dice il sindaco, a proposito di alcuni primi cittadini ‘di grandi città che prendono 4/5 mila euro’, ha detto di premiare ‘quelli bravi e punire quelli che non lo sono’. “Se non vuole farlo per noi, almeno lo faccia per la dignità della Repubblica che lei dovrebbe rappresentare – aggiunge Nardela chiedendo le scuse del ministro. Già che si siamo, si tagli lo stipendio fino a quello di un sindaco di una grande città italiana risparmiandoci troppi proclami”.
“Il ministro è andato oltre ogni mia immaginazione, nel suo linguaggio sprezzante intriso di odio e sarcasmo. Decide lui chi sono i sindaci bravi e non bravi, in un delirio di onnipotenza, sputando su quell’idea di democrazia che ha portato milioni di italiani a scegliere il proprio sindaco. Poi pretende di stabilire le punizioni per chi a suo giudizio non lavora bene”, prosegue Dario Nardella che, dice rivolgendosi direttamente al ministro, “mi sarebbe fin troppo facile ricordare il suo lauto stipendio da europarlamentare – 4 volte più di uno di quei sindaci che sbeffeggia – o quello attuale da ministro, di 110.000 euro”. “E potrei chiedermi se il Salvini che parla di sprechi sia lo stesso che tace meschinamente sui 49 milioni di euro illecitamente sottratti dalla Lega – prosegue il sindaco di Firenze -. Un fatto che se fosse capitato a qualunque dei suoi avversari l’avrebbe indotta a gridare allo scandalo. Ma non voglio abbassare ulteriormente il già misero livello di polemica al quale sta sottoponendo il nostro Paese, stanco di questo vostro bullismo istituzionale e di questo circo degli insulti”. Nardella ricorda quando Salvini “due anni fa istigava i sindaci a non applicare le leggi” e “ora li chiama ‘traditori’ e ‘incapaci’? Con che coraggio intima loro punizioni e ispezioni?”. “Lei che non sa cosa significhi fare il sindaco perché non lo ha mai fatto e forse non ha il coraggio di farlo. Lei che non sa cosa significhi rischiare ogni giorno civilmente e penalmente per un qualunque atto, commesso magari per aiutare un cittadino in difficoltà, visto che ha sempre beneficiato a Bruxelles e a Roma delle immunità”, conclude Nardella, “lei che non sa cosa voglia dire essere il primo a entrare nel proprio municipio e l’ultimo a uscirne, spesso dopo 14 ore di lavoro o passare le giornate in strada a vivere ansie, paure e speranze dei propri cittadini. Lei che non ha mai provato cosa significhi indossare la fascia tricolore”.