Firenze, “Siamo a quasi 370 ordinanze, verrebbe da dire che ci vorrebbero più tamponi e meno ordinanze – dice Nardella – Noi sindaci siamo disorientati, perché vogliamo capire se c’è una linea del Paese, un modello Italia, se la fase 2 è una sola oppure va moltiplicata per 20 e allora diventa la fase 40”.
“Gli italiani sono un popolo unico – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, parlando a ‘Centocittà’ su Rai Radio1 – sostengo il regionalismo ma in una situazione di emergenza ci vuole un timoniere e un timone. Altrimenti la fase 2 la trasformeremo nel più grande caos della storia del Paese”.
“Mi pare – ha precisato – che ci sia una frenesia pre elettorale in molte regioni. Non vivo da vicino la vicenda della Lombardia ma conosco tanti sindaci e non si capisce come sia possibile” dire “il giorno prima” che si deve stare “tutti chiusi” e “il giorno dopo tutti aperti. Se si devono stabilire gradualità Regione per Regione a seconda dei contagi lo si” faccia “a livello centrale e coordinato, non è che si lascia ogni Regione fare come vuole. È l’iniziativa isolata e improvvisata che rischia di compromettere la fase 2”.
Parlando poi delle mascherine per Nardella si deve fare “come si sta facendo in Toscana. Auspico che in tutto il Paese vi sia una distribuzione gratuita. Se la fase 2 vuol dire tornare al lavoro l’Italia deve essere in condizione di dare a ogni lavoratore almeno due mascherine per un primo momento, poi con l’aumento della produzione” i dispositivi “si troveranno a prezzi calmierati”.
Sulle riaperture Nardella ha poi evidenziato che tra librerie e cartolerie “molte non se la sentono di” ricominciare “perché sono talmente rigorosi, giustamente, i vincoli sanitari che i costi di apertura sono superiori ai vantaggi. Mi sorprendo come mai questi elementi siano stati un po’ sottovalutati, anche se condivido la strategia di Franceschini di dar un po’ di respiro al mondo della cultura”.