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Nasce Carmi a Carrara, il museo di Michelangelo e del marmo

carrara

Il 2 giugno verrà inaugurato il Carmi – Museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti presso l’ottocentesco edificio situato nel Parco della Padula nella città di Carrara.

Il nuovo complesso museale è dedicato alla figura diMichelangelo, icona indiscussa dell’arte del Rinascimento. Articolato su tre livelli, il museo ospita al piano nobile la mostra permanente incentrata sulla figura di Michelangelo. Per la prima volta viene
interamente dedicata una sede espositiva al peculiare rapporto dell’artista con il territorio, la città di Carrara e il marmo.
Il progetto espositivo del piano nobile fa parte di un intervento complessivo di recupero e riqualificazione di Villa Fabbricotti e del Parco della Padula finanziato dalla Regione Toscana e avviato nel 2011.
Il progetto della mostra permanente è stato preparato e realizzato da Associazione MetaMorfosi, con la collaborazione scientifica di Casa Buonarroti, che ha incaricato della curatela la professoressa Emanuela Ferretti dell’Università di Firenze. Si è successivamente aggiunto, in qualità di co-curatore, il professore Davide Turrini dell’Università di Ferrara. L’architetto Giuliano Macchia, curatore degli allestimenti
di MetaMorfosi, ha seguito la parte relativa alla progettazione dell’allestimento museografico.

Quello tra Michelangelo e il marmo è un rapporto viscerale e continuativo, intimamente posto alla base dei più celebri capolavori del maestro del Rinascimento, alla cui conoscenza il visitatore sarà introdotto attraverso numerose e diversificate
testimonianze e alcuni importanti prestiti accordati dalla Provincia di Massa Carrara, dall’Accademia di Belle Arti di Carrara e dall’Archivio di Stato di Massa.
Michelangelo, Carrara e il marmo. Sono questi i tre protagonisti che costituiscono il trait d’union delle sei sale tematiche poste al piano nobile in un percorso che attraverso riproduzioni quali il Mosè in scala 1:1, ologrammi come quello del David che prende vita in una stanza, video, fotografie, stampe, fac-simili e documenti storici,
pone in evidenza il profondo legame di Michelangelo con la città e il marmo, suo materiale d’elezione. Un legame che, nato con il primo viaggio a Carrara compiuto
ventiduenne nell’autunno del 1497, verrà interrotto bruscamente soltanto nel marzo 1518, con il trasferimento forzato a Seravezza imposto da papa Leone X per dare avvio alle nuove cave dell’Opera di Santa Maria del Fiore nel Capitanato di Pietrasanta, meno gradite a Michelangelo, che per circa due anni avrebbe impegnato le proprie energie cercando di “domesticare i monti e ammaestrare gli uomini”.

Queste fondamentali implicazioni biografiche e professionali, testimoniate anche dalla carta geografica di grande interesse che dà conto dei diversi viaggi di Michelangelo alle cave carraresi, vengono declinate nelle sale secondo le discipline del
celebre ”paragone delle arti”, pittura, scultura e architettura. Tra tutte le arti praticate dall’artista la scultura rimane la prediletta e il percorso espositivo si innerva sulla figura di un Michelangelo scultore-architetto che, pur padroneggiando in modo
eccelso la pittura, ne contempla comunque lo strettissimo legame di influenza e derivazione dall’arte scultorea.
A testimonianza di ciò, i video proiettati sulle Pietà e i celebri contributi di Giacomo Manzù, Carlo Ludovico Ragghianti, Luigi Moretti e Michelangelo Antonioni, che sottolineano ancora una volta la portata dell’eredità artistica e culturale di Michelangelo, quasi una vera e propria venerazione da parte degli artisti del XX secolo, insieme alla profonda attenzione che la critica d’arte più raffinata e innovativa
ha riservato all’artista.

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