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Natalia Goncharova: la nuova mostra a Palazzo Strozzi

?Firenze, “Natalia Goncharova – Tra Gauguin, Matisse e Picasso” è la nuova mostra a Palazzo Strozzi. Aperta dal 28 settembre al 12 gennaio 2020.

Natalia Goncharova è stata un’artista fenomenale. Russa, nacque nel 1881 nelle campagne del centro del paese; studiò arte – anzi meglio, studiò scultura, una scelta non convenzionale per una donna dell’epoca – dopo essersi trasferita a Mosca. E diventò celebre molto velocemente come figura di punta della vivacissima avanguardia artistica di quel periodo.

Infatti negli anni d’inizio del Novecento a Mosca c’era un ambiente culturale frizzante, aperto e attento a quanto succedeva nel campo dell’arte europea. Questo anche grazie ai tanti grandi collezionisti russi, gran nababbi dalle ricchezze favolose, che viaggiavano e compravano, e poi portavano in patria tutto quello che avevano scoperto nei loro viaggi a Parigi, Londra, Berlino e Roma.

Per tutti comunque Parigi era il vero magnete, il centro della cultura. E a Parigi Natalia Goncharova espone giovanissima, già nel 1906, prima che l’arrivo da San Pietroburgo dello straordinario impresario teatrale Diaghilev faccia scoppiare tra i francesi la mania per la cultura russa con i suoi Ballet Russes. Con Diaghilev lei collaborò a lungo. E in mostra si vedono bozzetti, disegni, e due costumi originali davvero bellissimi.

 

Sempre avanti di vari passi, Natalia Goncharova è la prima artista di tutta l’avanguardia russa, maschi inclusi, ad avere una grande personale a Mosca, nel 1913. E la prima a scatenare le reazioni inferocite dei classici benpensanti. Tutti scandalizzati davanti ai suoi dipinti di modelle nude (è la prima donna a dipingerli) mentre nessuno batte un occhio davanti agli stessi soggetti dipinti da artisti uomini…

Così Natalia Goncharova viene accusata di tutto: di immoralità, di blasfemia, di offesa alla pubblica morale, di pornografia. Viene sempre assolta. E lei continua imperterrita a sfidare la pubblica morale: convivendo senza sposarsi, partecipando a performances pubbliche (nel 1913!) con il volto e il corpo dipinti (è stata la prima donna a fare una cosa del genere) ed esponendosi fondando un movimento artistico dopo l’altro.

La mostra a Palazzo Strozzi racconta bene il grande talento di questa artista così importante, e così ingiustamente cancellata dal canone della storia dell’arte fino a pochi anni fa. Bravo dunque il direttore Arturo Galansino, che già l’anno scorso aveva dedicato a Marina Abramovic la prima personale di una donna mai allestita nel Palazzo (!).

Le sale occupate dalla mostra sono 8. Tutte rutilanti di colori, dove i quadri sono esposti contro fondali fioriti. Con una scelta azzardata che però funziona bene. Soprattutto, sono le opere a funzionare bene. Piene come sono di richiami e rimandi all’arte coeva più interessante e d’avanguardia, dai futuristi italiani ai modernisti francesi.

Uscita dalla Russia per lavoro nel 1915 con il compagno artista Mickhail Larionov, Natalia Goncharova non vi tornerà mai più. Visse da esule a Parigi, come tanti altri grandi russi scappati dalla Rivoluzione. E a Parigi continua a lavorare piena di idee e di energie fino alla sua scomparsa, nel 1962.

 

Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono mie.

La mostra è a cura di Ludovica Sebregondi, Fondazione Palazzo Strozzi, di Matthew Gale, Head of Displays, e Natalia Sidina, Curator, International Art della Tate Modern, Londra.

Info per la visita qui.

Gimmy Tranquillo ha intervistato la curatrice della mostra Ludovica Sebregondi:

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ed il Direttore Generale di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino:

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