Per la Dda di Firenze, la sindaca, Giulia Deidda avrebbe favorito un gruppo criminale nominando i consulenti in materia ambientale tra quelli graditi al consorzio Aquarno, ente finito al centro delle indagini
La sindaca di Santa Croce sull’Arno (Pisa), nonché presidente del consorzio tecnologico conciario Po.Te.Co, Giulia Deidda, è accusata di associazione a delinquere nell’inchiesta della Dda di Firenze che vede 19 indagati per presunti reati di traffico di rifiuti e inquinamento relativi allo smaltimento di fanghi delle concerie.
L’inchiesta dei carabinieri è connessa a indagini su infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana e sul coinvolgimento di alcuni esponenti dell’Associazione Conciatori di Santa Croce. Per la Dda di Firenze la sindaca , Giulia Deidda avrebbe favorito un gruppo criminale nominando i consulenti in materia ambientale tra quelli graditi al consorzio Aquarno, ente finito al centro delle indagini.
Inoltre la sindaca, sempre secondo i magistrati, avrebbe avuto un ruolo di raccordo tra la politica e gli imprenditori nell’ambito della raccolta di contributi elettorali, orientandoli verso politici che mostravano più attenzione verso le istanze dei conciatori.
Sempre per la Dda la sindaca Deidda si sarebbe impegnata in prima persona per fare in modo che, ai vertici degli enti di controllo sulle attività dell’impianto di depurazione dello stesso consorzio Aquarno, fossero nominate persone gradite ai conciatori.
Inoltre avrebbe lei stessa fatto pressioni sul presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, estraneo alle indagini, affinché Ledo Gori – anche lui fra gli indagati della stessa inchiesta – venisse riconfermato nell’incarico di capo di gabinetto del presidente. Gori era stato capo di gabinetto anche con la precedente Presidenza della Regione Toscana guidata da Enrico Rossi.