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No all’Autonomia differenziata: tra ricorsi regionali e successi referendari, la Toscana si unisce alle regioni “contro”

No all'Autonomia differenziata: tra ricorsi regionali e successi referendari, la Toscana si unisce alle altre regioni "contro"

No all’Autonomia differenziata: tra ricorsi regionali e successi referendari, la Toscana si unisce alle altre regioni “contro”: anche la Sardegna, la Toscana e la Campania, dopo la Puglia hanno deciso di impugnare la legge bandiera della Lega sull’autonomia differenziata. Una notizia che arriva inoltre nel giorno del superamento del mezzo milione di firme raccolte online per il referendum contro il provvedimento, dopo il quorum già raggiunto il 31 luglio.

Audio: servizio di Viola Giacalone

“Un atto di grande coraggio e forza politica”, esulta Giuseppe Conte che legge nella mossa della governatrice pentastellata sarda “un messaggio chiaro indirizzato a Palazzo Chigi”.  Ora il “raddoppio”, rilancia la Cgil, tra le tante sigle del comitato promotore del referendum per fermare quella che le opposizioni tacciano come legge “spacca-Italia”. Si tratta di una “legge ingiusta” che va “combattuta”, dice Todde motivando la delibera della sua giunta con cui la regione a statuto speciale impugna la legge del centrodestra. Una scelta criticata da Fratelli d’Italia perché così “si abbandona una storica battaglia della Sardegna”, dice Francesco Mura. La giunta dell’isola è la seconda, dopo quella pugliese, ad avere adottato formalmente la delibera per chiedere l’intervento della Consulta.

Oggi il ricorso di Giani mentre il 26 agosto sarà presentato il ricorso alla Corte della Campania di Vincenzo de Luca, tra le regione più attive per firme digitali e ai banchini. Non ci sarà il ricorso di un’altra regione “rossa”, l’Emilia Romagna ma solo perché dopo le dimissioni del governatore Stefano Bonaccini, eletto all’Europarlamento, la giunta non ha la forza politica per votare una delibera del genere.  A luglio però il consiglio regionale ha votato una mozione per chiedere il referendum abrogativo.

Con la richiesta di 5 Regioni non sarebbe nemmeno servita la raccolta firme per chiedere il giudizio popolare. Ma la spinta digitale – alla sua prima prova referendaria -, accanto ai più classici banchetti, tengono alta l’attenzione sul tema, e l’entusiasmo per possibili numeri record, fa ora sperare i promotori del referendum di raggiungere e superare il milione di sottoscrizioni entro la deadline del 20 settembre. La campagna referendaria è partita da un mese (quella online dal 26 luglio) e sta registrando “una grande partecipazione” sottolinea la dem Marina Sereni, con “migliaia di persone che stanno firmando anche ai banchetti”. Si tratta di “un chiaro avviso di sfratto al governo Meloni”, aggiunge il collega Marco Simiani. Un “risultato straordinario” aggiunge il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che “dimostra quanto sia sentito il tema della difesa della Costituzione, delle prerogative del Presidente della Repubblica, e dell’unità del Paese contro il tentativo” della “riforma Calderoli” di “dividerlo non solo in due, ma in più parti.

“La Legge Calderoli di attuazione dell’autonomia differenziata è da un lato dannosa e disgregante e dall’altro appare in chiaro contrasto con alcuni punti fondamentali della Costituzione. Per questo è altamente positivo che all’iniziativa della raccolta firme per promuovere un referendum diretto ad ottenerne l’abrogazione si aggiungano i ricorsi delle Regioni alla Corte Costituzionale come quello che sarà presentato oggi dal Presidente della Toscana Eugenio Giani. Chi ha sempre sostenuto un’autonomia sana e sostenibile e posizioni di regionalismo equo e solidale, e chi teme gli effetti dello spezzatino normativo e della babele burocratica che deriverebbero dall’applicazione della Legge Calderoli, deve senza indugio combattere con ogni mezzo consentito dall’ordinamento il disegno sfascia-Paese messo in campo dalla destra”. Così il senatore del Pd Dario Parrini, vice presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.

“L’iniziativa del presidente Giani di ricorrere alla Corte costituzionale contro la legge sull’autonomia differenziata è pienamente condivisibile e ha l’obiettivo di sostenere un regionalismo solidale che non mini l’unità nazionale. Il ricorso della Regione Toscana si aggiunge allo straordinario segnale dato dai cittadini con il raggiungimento delle 500 mila firme a sostegno del referendum raccolte in poche settimane. La legge Calderoli, oltre a spaccare il paese con cittadini di serie A e cittadini di serie B, crea 20 staterelli con competenze diverse, produce una confusione totale di regole burocratiche fra regione e regione. Il contrario di quello che serve al paese per la competitività e la coesione sociale”. E’ quanto dichiara la vicepresidente dei deputati del Pd, Simona Bonafè.

 

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