Firenze, ancora una manifestazione di sabato a Firenze per movimento ‘No Green Pass’, nel tardo pomeriggio di sabato, fra le 18 e le 20 un centinaio di persone ha preso parte all’iniziativa, che si è svolta in modo ordinato fra piazza San Firenze e la sede della Regione Toscana di Palazzo Strozzi Sacrati, in piazza Duomo.
La manifestazione di Firenze era stata preavvisata alla questura e non ci sono stati rilievi di sorta. Dopo una sosta sotto il palazzo sede della giunta regionale, i manifestanti ‘No Green Pass’ sono tornati in piazza San Firenze concludendo lì la loro iniziativa durante la quale sono state ribadite le critiche emerse nel dibattito attuale da alcuni settori della società verso le modalità di gestione dell’emergenza pandemica, specie da parte delle istituzioni.
Dopo il flop del primo settembre, quando le iniziative contro l’obbligo del Green pass per bloccare i treni nelle stazioni delle principali città italiane, andarono pressoché deserte, avrebbero dovuto essere 120 le città in cui erano state programmate iniziative contro l’uso obbligatorio del certificato verde. Eventi monitorati con attenzione dal Viminale, che teme azioni violente di lupi solitari, anche alla luce di quanto emerso dall’indagine della Procura di Milano che in settimana ha disposto perquisizioni nei confronti di otto soggetti pronti, a dire degli inquirenti, a blitz in occasione della manifestazione in programma a Roma.
A Roma, in piazza del Popolo, erano circa 400 le persone presenti. Tra loro anche Giuliano Castellino, storico leader dell’estrema destra romana e di Forza Nuova. In piazza scanditi slogan contro il Pass, giornalisti e governo.
A Torino si sono vissuti alcuni momenti di tensione quando il corteo ha deviato il suo percorso: sono volati alcuni calci e spintoni all’indirizzo delle forze dell’ordine presenti, che non hanno potuto impedire l’ingresso del corteo nella via ma la calma si è ristabilita dopo pochi minuti.
A Milano nel corso del corteo che ha attraversato il centro slogan del tipo ‘Siamo il popolo’, ‘Giù le mani dai bambini’, ma anche ‘Milano non si piega’ e ‘Libera l’università’. Tra i manifestanti anche il senatore Gianluigi Paragone candidato sindaco nel capoluogo meneghino con Italexit.
Anche per questo sabato l’organizzazione delle manifestazioni è avvenuta con il “passaparola” attraverso i social network e Telegram, il servizio di messaggistica dove sono attivi molti canali della galassia antivax finiti all’attenzione anche di alcune procure. Il gruppo “Basta dittatura”, che conta oltre 42 mila contatti, resta punto di riferimento della galassia del popolo del No. Nella chat si invitano le forze dell’ordine a non ostacolare le proteste. “Non siate complici di questa dittatura oligarchica – si afferma in un messaggio -, unitevi al popolo”.
Ma contro la violenza si è schierato il cardinale Parolin. “Non capisco perché ci si debba imporre con la violenza davanti a queste cose: l’unico modo per uscire da questa situazione è parlarsi, dare le motivazioni per cui è opportuno vaccinarsi quale soluzione alla pandemia. Certo – ammette – è una via lunga che richiede pazienza, soprattutto di fronte a derive violente che io non capisco”.