Undici pannelli, esposti stamani all’antico caffè delle Murate, per mostrare quelle secondo loro sono tutte le criticità del progetto Altà Velocità a Firenze. Il comitato No Tunnel Tav torna ad alzare la voce dopo la messa in moto della talpa, azione propedeutica alla ripresa degli scavi previsti in estate. Dai costi lievitati a dismisura ai rischi per le abitazioni che si trovano sopra il percorso della galleria, passando per un progetto alternativo che secondo il comitato farebbe risparmiare tempo e denaro a Ferrovie.
Il Comitato No Tunnel Tav organizzerà anche una prima assemblea cittadina il 15 giugno alle 21 presso l’SMS di Rifredi (vicino piazza Dalmazia) per illustrare i temi e per invitare i cittadini interessati a potersi difendere da eventuali danni. Invita tutte e tutti, i movimenti politici e ambientalisti a fare proprio il problema Tav fiorentino. “L’insistenza, difficile da spiegare, della politica toscana per far riprendere i lavori al Passante Tav, ha prodotto ed accettato un aumento dei costi vertiginoso, praticamente un raddoppio. La sproporzione tra le risorse investite (2 miliardi 735 milioni) e i benefici realizzabili con il potenziamento delle linee di superficie a costi minimi (200 milioni) – si legge in una nota – mette in piena luce come quest’opera non si faccia per risolvere i problemi di trasporto, ma per finanziare il sistema di imprese, politica e banche che da questi lavori trarranno enormi profitti”.
Prosegue il comitato No Tunnel Tav. “Quando nel 2006 i tecnici del Comitato predissero che i costi sarebbero aumentati in maniera incontrollabile prevedendo di arrivare a 3 miliardi, furono accusati di essere ecoterroristi finanziari. Oggi che le previsioni sfiorano quella cifra nessuno si scandalizza? Nardella e Giani accettano uno sperpero del genere? Il Ministero accetta una tale ipotesi? La campagna pubblicitaria promossa dal committente (FSI), dal costruttore (Pizzarotti-Saipem) vuol essere tranquillizzante fino a negare rischi, ma proprio per questo le assicurazioni suonano preoccupanti. Si parla di un progetto rivisitato e di nuove tecniche di scavo, ma non si capisce di quali novità si parli: a scavare sarà lo stesso tipo di fresa, anche prima erano previsti controlli, mentre l’intervento dell‘intelligenza artificiale ha uno stantio odor di propaganda”.
“Questa cieca fiducia nelle tecnologie da parte dei costruttori – conclude il Comitato No Tunnel Tav – è segno del delirio di onnipotenza che attanaglia una vetero-cultura ottocentesca smentita da tempo; che i nuovi tunnel possano avere ancora problemi è confermato qua vicino, a Serravalle Pistoiese, dove la costruzione di una galleria ha costretto alla demolizione di 12 edifici, un piccolo quartiere. Val la pena correre questo rischio?”