La vicenda riguarda il film di Avati ‘Un ragazzo d’oro’: alcune scene, per una ventina di secondi in fotogrammi sparsi, provengono dal film di Tessa Bernardi ’10 Ragazze’. Da quanto ricostruito sarebbero state inserite nell’opera di Pupi Avati durante la fase di montaggio, senza che il regista ne fosse a conoscenza
Pupi Avati non copiò scene di un film della regista indipendente fiorentina Tessa Bernardi e oggi il tribunale di Firenze lo ha assolto dall’accusa di aver contravvenuto alla legge sul diritto d’autore ‘perché il fatto non costituisce reato’. Pupi Avati era anche imputato di diffamazione, reato per il quale il giudice Elisabetta Pagliai ha emesso sentenza di non doversi procedere dopo che la parte civile ha revocato la querela: tra Avati e Tessa Bernardi è stato raggiunto un accordo stragiudiziale. La vicenda riguarda il film di Avati ‘Un ragazzo d’oro’: alcune scene, per una ventina di secondi in fotogrammi sparsi, provengono dal film di Tessa Bernardi ’10 Ragazze’. Da quanto ricostruito sarebbero state inserite nell’opera di Pupi Avati durante la fase di montaggio, senza che il regista ne fosse a conoscenza. A far scattare le indagini la denuncia della stessa Bernardi, dopo che alcuni attori della sua pellicola si erano riconosciuti nel film di Avati: tra questi il fiorentino Alessandro Paci.
“Questo processo è stata una bolla di sapone che si è dissolta con la sentenza di oggi. Tutto si è risolto tra l’altro con un abbraccio fra Pupi Avati e la giovane regista fiorentina, i quali in tempi recenti in un incontro a Roma si sono chiariti in piena amicizia” raggiungendo un accordo, commenta uno dei difensori di Pupi Avati, l’avvocato Riccardo Chilosi di Roma che ha assistito il regista insieme al collega Vito Mazzarelli anche lui di Roma. Tra 90 giorni le motivazioni del giudice.