Firenze, la coda della nube di metano, che si era formata a seguito della fuga di gas del 27 settembre, dai gasdotti Nord Stream 1 e 2, la cui grandezza era stimata in circa ottantamila tonnellate, “non è stata al momento rilevata sul nord Italia”.
La nube di metano potrebbe dunque essersi diluita nel tragitto, aver cambiato traiettoria o non essere ancora rilevabile sul nostro Paese”. Lo afferma Paolo Cristofanelli, ricercatore Dell’Isac-Cnr per il progetto Rete Icos (Integrated carbon osbservation system) Italia.
Ricordiamo che nella giornata di venerdì scorso, era stato dato per probabile l’arrivo nei cieli del nord Italia, della coda della nube di metano che si era formata a seguito della fuga di gas nel mar Baltico le a cui presenza era stata segnalata nei cieli di Svezia e Norvegia.
Non c’è nessun pericolo né di inquinamento né per la salute dei cittadini, dato che la nube si è molto diluita in atmosfera ed essendo il metano un gas climalterante (che incide sul riscaldamento globale), non inquinante. aveva detto Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, a proposito del rapporto dell’Istituto Norvegese per la ricerca sull’aria (Nilu), in base ai quali la nube si è divisa in due parti, una delle quali sembrava si stesse dirigendo sulla nostra penisola.