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Nuovo regolamento per la tutela delle attività storiche

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?Firenze, l’assessora allo sviluppo economico di Palazzo Vecchio, Cecilia del Re, ha presentato il nuovo regolamento per la tutela delle attività storiche.

L’amministrazione Nardella, avvalendosi anche di uno studio dell’Università di Firenze e, sfruttando l’articolo 52 del codice dei beni culturali, ha fatto una mappatura dei circa 200 esercizi storici in città per predisporre un nuovo regolamento che li tuteli e li valorizzi.

Tutelare la permanenza delle attività commerciali storiche in città, attraverso un divieto di trasformazione e impegnando il proprietario del fondo a mantenere i vincoli anche in caso di cessazione dell’attività.

È l’obiettivo del nuovo regolamento che dice stop alle trasformazioni e mette un freno alla rendita, considerando le attività storiche come elementi del patrimonio culturale cittadino.

Le nuove norme, che sono state presentate oggi in Palazzo Vecchio, hanno avuto il via libera della giunta nel corso dell’ultima seduta, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re.

Viene introdotto un divieto di trasformazione alle attività storiche in relazione ad alcuni elementi che l’Amministrazione è interessata a tutelare e che saranno individuati per ciascun esercizio da un’apposita commissione tecnica. Inoltre, in caso di cessazione, il proprietario del fondo dovrà comunque impegnarsi a trovare un’attività che rispetti i vincoli imposti su quell’attività.

Sia la richiesta di trasformazione, che quella di cancellazione dalla lista delle attività storiche dovrà passare dal vaglio del Consiglio comunale.

Il regolamento, che dopo l’approvazione dovrebbe entrare in vigore tra circa 3 mesi, è stato accolto favorevolmente dalle associazioni di categoria. Prima, dicono, non eravamo nemmeno visti.

Sulla base dell’analisi condotta dalla commissione tecnica, le attività commerciali saranno suddivise in tre categorie: eccellenze storiche (categoria A), che saranno sottoposte a vincolo perché dotate di caratteristiche di pregio che l’amministrazione vuole tutelare; attività tradizionali (categoria B), che pur avendo più di 50 anni di anzianità, non saranno sottoposte ad alcun vincolo; ambulanti storici (categoria C).

Gli ambiti oggetto di indagine sono stati tre: elementi artistici e architettonici legati quindi all’immobile, all’insegna e agli arredi fissi e mobili; tipo di attività, quindi di lavorazione e servizi venduti; contesto urbano nel quale l’attività si inserisce (attività di servizio alla residenza o nel quale ci sono attività similari, per cui la perdita di quella attività costituirebbe una perdita per la città).

Altra novità riguarda l’adesione alla lista delle attività storiche, che non avverrà più solo su base volontaria ma anche su iniziativa dell’amministrazione.

Nel dettaglio, per essere considerate storiche le attività in sede fissa dovranno essere in possesso di una serie di requisiti: esercitare la stessa attività (in termini di tipologia di servizi o di genere merceologico) da almeno 50 anni in immobili siti nel Comune di Firenze, mantenendo inalterata (o comunque riconoscibile) l’originaria denominazione o insegna, a prescindere dall’eventuale passaggio di proprietà o affitto d’impresa; esercitare, fin dalla costituzione dell’impresa, la propria attività nella stessa sede, o in una sede analoga per posizione o significato storico, sociale o ambientale; svolgere attività di rilevante interesse per il mantenimento e il consolidamento delle tradizioni economiche, culturali, sociali e dell’immagine della città ai sensi delle convenzioni Unesco.

Per l’inserimento poi nella categoria delle ‘eccellenze storiche’ le attività dovranno presentare una o più delle 10 caratteristiche di pregio individuate dallo studio scientifico dell’Università di Firenze.

Il regolamento si applica a tutte le attività storiche presenti sul territorio del Comune di Firenze, non solo a quelle del centro storico.

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessora Cecilia Del Re:

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