Gli inquirenti hanno ordinato altre perquisizioni nei confronti di due lavoratori presenti al momento dello scoppio: si tratta del preposto di Sergen srl e un autotrasportatore che ha premuto il pulsante di alert. Oggi, intanto, è in programma un nuovo sopralluogo nel deposito, per rispondere ad alcuni interrogativi sollevati dai consulenti e nel tentativo di cogliere altri spunti. Il termine minimo per la maxi perizia è di 60 giorni.
Nuovo sopralluogo oggi al deposito Eni di Calenzano (Firenze) per dare una risposta ad alcuni interrogativi sollevati dai consulenti della procura. Ne dà notizia l’edizione fiorentina de La Repubblica sottolineando che il termine minimo per la maxi perizia è di 60 giorni, motivo per cui gli accertamenti procedono a ritmo spedito. Ordinate anche altre perquisizioni nei confronti di due lavoratori presenti al momento dello scoppio: si tratta del preposto di Sergen srl (la ditta che stava svolgendo i lavori di manutenzione tra la baia 6 e la 7) e un autotrasportatore che si stava approvvigionando alla stessa baia, e che ha premuto il pulsante di alert. A entrambi sono stati sequestrati i cellulari, con l’obiettivo di ricostruire le fasi precedenti e successive al disastro.
Da un ultimo sopralluogo effettuato il 21 dicembre dalla procura di Prato nel deposito Eni di Calenzano, dove il 9 dicembre scorso un’esplosione ha ucciso 5 persone, “una tubazione riposta sulla struttura” delle pensiline “risulta essere priva dei bulloni di sicurezza”. La notizia viene diffusa dalla stessa procura guidata da Luca Tescaroli in una nota. Le immagini registrate pochi secondi prima dello scoppio rivelano l’abbondante fuoriuscita di liquido – probabilmente carburante – e la formazione di una densa nube a ridosso del luogo dell’esplosione, avvenuta, scrive tecnicamente la procura, “mentre dei lavoratori, che indossano una tuta bianca, sono impegnati in una lavorazione su un carrello elevatore in prossimità del luogo nel quale esiste una tubazione riposta sulla struttura pensile, che, in corrispondenza di due flange, risulta essere priva dei bulloni di sicurezza”. I magistrati agiscono nell’ambito dell’apertura del fascicolo i cui titoli di reato sono omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.