I difensori di Roberto Pirrone, hanno chiesto al gip, con un’istanza, l’incidente probatorio per valutare lo stato di salute psichica del loro assistito, in particolare riguardo ai momenti dell’omicidio.
Pirrone, 65 anni, l’ex tipografo che il 5 marzo scorso a Firenze ha ucciso a colpi di pistola il venditore senegalese Idy Diene incontrandolo sul ponte Vespucci.
Il giudice Alessandro Moneti al momento non ha fissato nessuna udienza e si è riservato ogni decisione in attesa di esaminare la documentazione chiesta agli stessi difensori, avvocati Sibilla Fiori e Massimo Campolmi, e al carcere di Sollicciano, dove Pirrone si trova adesso.
Secondo i difensori è necessario che uno specialista valuti lo stato di salute mentale dell’ex tipografo per dare un fondamento al gesto omicida, che apparve improvviso.
Pirrone dopo l’arresto aveva detto alla polizia di esser uscito di casa con la pistola con l’intenzione di suicidarsi, a causa di problemi economici, ma poi di aver, invece, cambiato intenzione decidendo di riversare la sua frustrazione sparando al primo passante che avrebbe incontrato sulla sua strada.
Pirrone ha escluso fin dall’ inizio qualsiasi motivo razziale, affermando che lo stress per i debiti e le liti in famiglia, dovute ad un sopravvenuto disagio economico avevano costituito il contesto che ha portato l’ex tipografo a decidere di suicidarsi e poi, cambiando intenzione, ad uscire di casa armato di pistola sparando per uccidere, così da finire in carcere e liberarsi in questo modo dalla pressione dei creditori.