Oltre il 61% dei giovani tra i 17 e i 28 anni si mettono alla guida con problemi di eccesso di alcol o sotto effetto di stupefacenti.
Regione e Procura della Repubblica hanno condiviso un protocollo operativo relativo a “prelievi ed accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali gravi e gravissime” in attuazione alla legge 41/2016 sull’omicidio stradale. Il protocollo intende creare le condizioni per rafforzare gli strumenti idonei ad applicare la legge e combattere con forza il fenomeno della guida in condizioni alterate dall’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti.
La guida sotto l’effetto di alcol e droghe rappresenta un fenomeno sociale ancora purtroppo diffuso, come dimostrano i dati forniti dal laboratorio di Tossicologia clinica ed antidoping della Usl Toscana Centro. Analizzando i dati delle analisi fatte tra i guidatori di autoveicoli coinvolti in incidenti stradale dal 2009 al 2017, e trasportati nei pronto soccorso per motivi sanitari, risultano su 5,343 casi (circa il 17%) che superano il tasso alcolemico consentito dalla legge per guidare e ben 343 casi (6% del totale) che superano di tre volte il limite consentito. L’età media dei guidatori positivi è di 37 anni a dimostrazione che non si tratta di un problema esclusivamente giovanile.
I contenuti del protocollo di collaborazione sono stati illustrati oggi dall’assessora regionale al Diritto alla salute, Stefania Saccardi, assieme al procuratore generale di Firenze, Marcello Viola; presente anche Stefano Guarnieri, vicepresidente dell’associazione che porta il nome di suo figlio, Lorenzo Guarnieri, un ragazzo che oggi avrebbe 25 anni ma che fu ucciso nel giugno 2010 in un incidente provocato da un uomo che guidava sotto l’effetto di alcol e di droghe compiendo quello che, anche grazie all’impegno di questa associazione, oggi viene chiamato “omicidio stradale”.
Nel merito la Regione Toscana ha avviato una proficua interlocuzione con la Procura generale della Repubblica di Firenze per addivenire a un protocollo regionale finalizzato a sciogliere i nodi più controversi della norma quali il prelievo coatto, il coinvolgimento attivo delle forze dell’ordine sia per quanto concerne l’accompagnamento dell’interessato al pronto soccorso che per l’eventuale immobilizzazione dello stesso in caso di prelievo coatto, la facoltà del medico di valutare se lo stato di salute psico/fisica dell’interessato è compatibile con l’azione di prelievo coatto, il coinvolgimento dell’Ordine dei medici per quanto concerne le certificazioni mediche ed altri aspetti relativi alla copertura assicurativa per gli aspetti civilistici quando il sanitario viene investito della funzione di ausiliario.
Il confronto con la Procura della Repubblica di Firenze ha portato a una condivisione sui seguenti aspetti: attivazione di un tavolo interistituzionale di monitoraggio dell’accordo; uniformare le necessarie procedure medico/legali sull’intero territorio regionale; formazione congiunta degli operatori sanitari e della polizia giudiziaria; attivazione di procedure per facilitare l’accesso dei soggetti trovati positivi all’alcol o a sostanze stupefacenti ai competenti servizi territoriali per attività di informazione, educazione, prevenzione ed eventuali trattamenti di disassuefazione; favorire a livello regionale e locale la collaborazione tra procure, prefetture, questure, comandi dei Carabinieri e della Guardia di finanza, Polizia stradale, comandi di Polizia municipale ed aziende sanitarie della Toscana.
Il protocollo, molto innovativo a livello nazionale, intende aprire anche una collaborazione costante, anche sul piano della prevenzione dell’uso e abuso di alcol e sostanze stupefacenti, tra due realtà con “mission” profondamente diverse e dal tavolo di monitoraggio previsto nel protocollo di collaborazione, attraverso il confronto costante, emergeranno ulteriori elementi di riflessione che daranno un ulteriore e significativo contributo teso a rafforzare la collaborazione tra le istituzioni coinvolte, dare garanzie di uniformità delle procedure e di processo, tutelare le persone coinvolte per quanto concerne la salute e la sicurezza nelle procedure relative agli accertamenti sanitari.
“Questo protocollo, molto importante per iniziare una collaborazione con la Procura della Repubblica – ha commentato l’assessore Stefania Saccardi – nasce da una valutazione in ordine all’applicazione della legge 41/2016 sull’omicidio stradale e da una sollecitazione dell’associazione Lorenzo Guarnieri che il 10 dicembre compirà 7 anni quando Lorenzo ne avrebbe compiuti 25, alla quale vogliamo riconoscere il grande impegno e ringraziarla. Riteniamo – ha poi continuato Saccardi – che questa collaborazione possa essere un modo giusto per dare alla legge 41 uno strumento ulteriore per funzionare ancora meglio. Tutta la tematica dell’omicidio stradale si fonda anche sulle modalità con cui le prove si raccolgono, si conservano e sulle procedure con le quali è possibile accertare il fenomeno della guida e dei sinistri compiuti sotto l’effetto di alcol o droghe. I dati ci dicono che oltre il 61% dei giovani tra i 17 e i 28 anni si mettono alla guida con problemi di eccesso di alcol o sotto effetto di stupefacenti. Allora avere individuato un iter, un percorso formativo anche con i nostri operatori, per esempio all’interno dei Pronto soccorso, prevedendo procedure anche coattive, che la legge consente, insomma condividere con la Procura tutta una serie di procedure e modalità con cui questi accertamenti si devono fare, è un passo avanti concreto nel rispetto dei diritti delle persone ma anche nella garanzia di una corretta acquisizione delle prove durante il percorso giudiziario sul fronte dell’accertamento del reato di omicidio stradale, ancora oggi un reato troppo frequente”.