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Omicidio Viareggio: vittima sarebbe del Marocco ed avrebbe 52 anni

Omicidio viareggio

Lo riporta oggi il quotidiano Tirreno: l’uomo ucciso domenica seraa Viareggio  dalla commerciante dopo la rapina della borsa si chiamava Nourdine Naziki, aveva 52 anni ed era marocchino, come hanno confermato anche le sorelle in un appello tramite una televisione locale di Casablanca, la città dove vivono.

Nourdine Naziki ( e non  Said Malkoun) 52 anni (e non 47)  marocchino ( e non algerino) come hanno confermato anche le sorelle in un appello tramite una televisione locale di Casablanca, la città dove vivono. Il nordafricano ucciso a Viareggio (Lucca) dalla commerciante dopo la rapina della borsa la sera dell’8 settembre avrebbe insomma  avuto età, nazionalità e nome diversi da come lo conoscevano le autorità italiane, forze dell’ordine comprese. Lo riporta oggi il quotidiano Tirreno scrivendo di un’identità diversa dell’uomo investito, un alias, che quindi avrebbe vissuto per anni in Italia sotto un nome falso.

“Viareggio non è la città della vendetta: è una città solidale che rifugge qualsiasi tipo di violenza. Ha una storia di libertà e di inclusione che rivendica sempre con orgoglio. Il grave fatto di cronaca nera che in questi giorni fa discutere l’Italia intera, ha scosso la nostra comunità nel profondo: le immagini, violentissime, riprese dalle telecamere di sicurezza e rimandate in tutti i tg, nazionali e non, hanno mostrato un episodio che non può e non deve descrivere la nostra città”  scrive oggi in un comunicato stampa il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro.

“Vergognosamente – prosegue il sindaco di Viareggio  – si sono alzati cori sguaiati di chi inneggia alla ‘legge del taglione’: tifoserie e strumentalizzazioni politiche che disegnano una città violenta che non esiste. Come istituzioni democraticamente elette, non possiamo in alcun modo giustificare la ‘giustizia fai da te’. Occorre invece il rispetto delle leggi: un principio che vale per tutti. C’è bisogno di una politica, che sia ferma nelle regole ma non lasci indietro nessuno. Servono prevenzione e quando è necessario repressione, ma niente può giustificare un gesto così efferato perché in uno Stato di diritto ogni persona ha stessa dignità e stesso valore”.

Per Del Ghingaro “le indagini in corso chiariranno tutti gli aspetti e stabiliranno responsabilità e pene, ma resta il fatto che una vita è stata spezzata. Le tragedie come questa meritano riflessione e silenzio. E rispetto per tanto dolore”. “Le istituzioni e le forze dell’ordine – conclude – hanno il compito di collaborare per ridare fiducia e speranza ad una città profondamente ferita: per rasserenare l’orizzonte delle donne e degli uomini di Viareggio, e sono tanti, che credono nella giustizia e nella democrazia”.

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