L’Einstein Scope, questo il nome dello strumento, si andrebbe ad aggiungere a Virgo, un altro rilevatore presente a Cascina (Pisa).
E’ partita la corsa per il futuro della ricerca sulle onde gravitazionali e l’Italia si è giĂ proposta per ospitare il nuovo rivelatore, chiamato Einstein Telescope. A parlare del futuro in un seminario online organizzata presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è Giovanni Losurdo, dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e coordinatore del progetto Advanced Virgo, la versione potenziata del rivelatore di onde gravitazionali che si trova a Cascina (Pisa) e che fa capo all’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego).
Nel seminario, organizzato nell’ambito dei Colloqui della classe di Scienze, Losurdo fa il punto sui nuovi strumenti per studiare le onde gravitazionali e ripercorre la storia di questo nuovo modo di osservare l’universo suggerito anche grazie al contributo determinante dell’italiano Adalberto Giazotto, il ‘papĂ ’ del rivelatore Virgo. Grazie e Virgo e al rivelatore americano Ligo, “stiamo vivendo un’epoca molto simile a quella in cui Galileo puntò il cannocchiale verso il cielo”.
Guardando al futuro, è cominciata la corsa al rivelatore di terza generazione, che la regione Sardegna si è candidata ad ospitare con il sostegno del ministero per l’Istruzione, l’UniversitĂ e la Ricerca. “La corsa è partita – osserva Losurdo – e il nuovo rivelatore è in programma per il 2030, ma l’esperienza precedente ci dice che per realizzare progetti simili bisogna partire circa 15 anni prima.