L’ex sovintendente del Maggio a proposito dell’inchiesta che lo vede indagato:”Non esiste nessun archivio segreto dei finanziatori di Open. Tutti i contributi sono stati effettuati su un unico conto corrente bancario, intestato ad Open, ne era conoscibile e tracciata la provenienza, la data e l’importo”.
“Non esistono elenchi con nomi diversi da quelli che hanno fatto bonifici bancari, non esistono carte di credito intestate a parlamentari”. Lo scrive l’avvocato Alberto Bianchi, indagato nell’inchiesta Open di Firenze in una nota “Carte di credito e bancomat erano intestati alla Fondazione e a disposizione di controllati soggetti, tra cui un parlamentare, che in oltre sei anni non ha mai usato la carta di credito e ha usato il bancomat per piccole spese”. Lo scrive in una nota l’avvocato Alberto Bianchi, indagato nell’inchiesta Open di Firenze. Bianchi aggiunge: “avrei voluto far parlare gli strumenti processuali ma alcune cose lette in questi giorni mi spingono a intervenire per non alimentare la disinformazione in atto”
La GdF, nelle perquisizioni fatte il 26 novembre nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open, ha perquisito lo studio di un commercialista a Firenze perché vi troverebbero sede legale ben cinque società, di diritto italiano, collegate all’imprenditore Marco Carrai, indagato nella stessa inchiesta Open. E’ quanto si apprende da fonti vicino all’inchiesta. La documentazione relativa a queste società sarebbe stata sequestrata sempre per fare luce sul ruolo dell’imprenditore, accusato di finanziamento illecito ai partiti e considerato dagli inquirenti figura di collegamento tra la fondazione e i suoi finanziatori. Inoltre, risulta che alcuni soci delle compagini che hanno sede presso lo studio commerciale perquisito risulterebbero anche soci di due società di Lussemburgo riconducibili allo stesso Carrai. Il commercialista perquisito non risulta indagato nell’inchiesta.