Firenze, secondo quanto scritto nel bilancio 2020 dell’Opera di Santa Maria del Fiore: “I ricavi da bigliettazione sono passati da 20 milioni di euro del 2019 ai 5 milioni di euro del 2020 determinando una perdita corrispondente al costo di oltre tre anni di interventi di restauro”.
“Da marzo a maggio 2020 – si legge sempre nel bilancio – l’Opera ha dovuto chiudere completamente, sia per i visitatori, sia per i fedeli sia per i dipendenti, e la chiusura dei monumenti si è dovuta ripetere nei mesi di novembre e dicembre. Inoltre, anche i mesi di apertura hanno visto importanti contrazioni nei flussi di visitatori a causa del perdurare delle limitazioni negli spostamenti e nei viaggi a scopi turistici e delle misure di contingentamento degli ingressi”.
Il crollo delle entrate, si spiega, ha obbligato l’Opera a “interrompere, sospendere o riorganizzare la sua operatività e prevedere, in tutte le aree, una drastica diminuzione delle spese per investimenti e dei costi di esercizio non strettamente necessari”.
Guardando al 2021, “l’Opera del Duomo non ha potuto fare un’analisi puntuale degli incassi”, e la previsione economica stima “incassi zero a gennaio, febbraio, marzo e novembre, incassi per 200 mila euro per i mesi di aprile, maggio, giugno e dicembre e gli stessi incassi del 2020 per i restanti mesi”.
Resta anche nel 2021, dunque “la diminuzione delle spese per investimenti e costi di esercizio non strettamente necessari”. Per quanto riguarda le attività di restauro, proseguiranno “quelle iniziate nel 2020 e improcrastinabili quali il restauro dei mosaici, il consolidamento strutturale e i restauri delle superfici marmoree delle pareti interne del Battistero”.
Inoltre, partiranno “il restauro del pavimento e dell’altare” e “continueranno anche le altre attività indispensabili per il funzionamento del complesso monumentale”.