Lo ha detto Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo , il 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall’Isis in Siria. Intanto Potere al Popolo lancia da Firenze una petizione “perché non venga applicata la sorveglianza speciale a chi ha combattuto contro l’Isis”.
“Siamo in attesa della comunicazione definitiva con la data” del rientro della salma.
Lo ha detto Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo Orsetti, il 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall’Isis in Siria il 18 marzo scorso mentre combatteva come volontario a fianco delle milizie curde.
Alessandro Orsetti ne ha parlato a margine della presentazione di una petizione promossa da Potere al Popolo perché non venga applicata la sorveglianza speciale a chi ha combattuto in Siria contro l’Isis.
Orsetti ha riferito di aver parlato con il ministero degli Esteri che sta seguendo il caso e si è augurato di ricevere la comunicazione con un certo preavviso: “Volevamo – ha concluso – organizzare qualcosa con gli amici, forse una veglia”.
La salma dovrebbe rientrare in aereo da Erbil (Afghanistan)
Potere al Popolo lancia intanto proprio da Firenze una petizione “perché non venga applicata la sorveglianza speciale a chi ha combattuto contro l’Isis”. Tra i promotori anche Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, il 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall’Isis in Siria mentre militava con le milizie curde, ed Erdal Karabey, responsabile della comunità curda in Toscana. La petizione, è stato spiegato, è rivolta al Csm, al Ministero della Giustizia, ai gruppi parlamentari di Camera e Senato e ai candidati alle prossime Europee. In particolare, hanno detto i promotori, l’iniziativa è in solidarietà di “Maria Edgarda Marcucci, Davide Grasso, Paolo Andolina, Fabrizio Maniero, Jacopo Bindi e Pierluigi Caria, persone che hanno combattuto contro l’Isis e svolto opera di informazione sulla guerra in Siria, per le quali la questura di Torino e quella di Sassari chiedono l’applicazione della sorveglianza speciale”. “Mi sembrava doveroso partecipare – ha detto Orsetti -. E’ un obbligo nei confronti di Lorenzo e degli altri ragazzi che ho avuto modo di incontrare”.