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Ortofrutticola del Mugello: da domani presidio fisso lavoratori

marradi

Marradi in provincia di Firenze, si è svolta l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di Ortofrutticola del Mugello alla presenza dei sindacati di categoria e confederali e delle istituzioni territoriali e regionali.

L’assemblea dei lavoratori dell’Ortofrutticola del Mugello, molto partecipata, ha all’unanimità deciso che da domani alle 8 inizierà il presidio permanente dei lavoratori davanti alla fabbrica. Lo annunciano i sindacati Flai Cgil Firenze e Fai Cisl Firenze Prato. “Chiediamo a tutta la comunità di Marradi e del Mugello e alle lavoratrici e i lavoratori di tutte le realtà della zona – affermano le sigle – di sostenere anche fattivamente la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, perché la ‘fabbrica dei marroni’ è un patrimonio del territorio che non può andare disperso”.

“Un’azienda più che sana la Ortofrutticola srl del Mugello di Marradi – si legge in una nota di Massimo Capecchi, presidente di Cna Mugello all’annuncio inaspettato della chiusura di Ortofrutticola del Mugello srl – Un’azienda in crescita: 8.300.000 euro di fatturato nel 2019 e 10.600.000 euro nel 2020. Non a caso Italcanditi, azienda bergamasca da 100 milioni di fatturato, anch’essa in salute, l’ha acquistata mettendo in bilancio, nero su bianco, una previsione di crescita delle vendite del 5% anche per il 2021, secondo anno di pandemia. Poi la doccia fredda e l’annuncio di una nuova forma di delocalizzazione: quella interna. Un modus operandi che è l’antitesi del fare impresa, che non è solo business. Nel fare impresa c’è responsabilità sociale, concetto evidentemente estraneo ai vertici di Italcanditi Spa”.

L’azienda, con i suoi circa 100 dipendenti tra fissi e stagionali, per la maggior parte donne, ha un impatto fortissimo non solo su Marradi, una comunità di 3mila anime, ma su tutto il Mugello, dall’agricoltura alle altre attività economiche presenti sul territorio, colpito in uno dei suoi simboli, il marrone.

“La nostra è un’associazione di imprenditori che rispetta il principio di libera iniziativa economica, ma trovare motivazioni al trasferimento forzato di Ortofrutticola del Mugello appare impresa ardua, anche in periodo di crisi da Covid – prosegue Capecchi – I costi di sostituzione e innovazione dei macchinari o di rifacimento di parte delle strutture dello stabilimento, che si mormora essere alcune delle cause, perdono consistenza davanti alle capacità economiche di Italcanditi Spa e ai margini di crescita dell’azienda mugellana”.

“Non possiamo permettere ad imprenditori di tal genere di rovinare le realtà dei territori portandoli alla desertificazione economica – prosegue Capecchi -. Dobbiamo guardare a nuove politiche anche in accordo con le realtà sindacali e, nel caso specifico, contrastare il trasferimento della produzione in provincia di Bergamo.

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