Firenze si conferma così, anche per quest’anno, una delle città d’Italia in cui il fisco è più pesante: la 5° per l’esattezza (peggiori solo le performance di Reggio Calabria, Bologna, Roma e Napoli con un’imposizione fiscale superiore dai 3 agli 0,2 punti percentuali) sui 141 Comuni (comprensivi di tutti i capoluoghi di regione e provincia) considerati dall’Osservatorio annuale CNA sulla Tassazione delle PMI. La performance migliore quella di Bolzano con Tax free Day all’11 luglio 2019, mentre hanno dovuto aspettare venerdì 30 agosto i piccoli e medi imprenditori fiorentini per “festeggiare” l’ultimo giorno dell’anno nel quale hanno lavorato per pagare tasse, oneri e contributi.
Con un Total Tax Rate (la pressione globale del fisco sui profitti delle imprese) del 66,5%, l’azienda tipo fiorentina (350 mq di laboratorio artigiano e negozio di 175, 4 operai ed 1 impiegato, con ricavi di 431mila euro, costi totali di 381mila euro e reddito d’impresa di 50mila euro) ha pagato all’erario e in contributi il 56,2% delle proprie tasse, alla Regione Toscana l’8,7% e al Comune di Firenze il 35,1%.
In dettaglio, sul già citato reddito d’impresa di 50mila euro, 33.250 euro di tasse che equivalgono a 243 giorni di lavoro: 18.678 tra Irpef e contributi (invalidità, Vecchiaia e Superstiti) allo Stato; 11.686 tra Imu/Tasi, Tari e addizionale comunale Irpef al Comune di Firenze; 2.886 tra Irap, addizionale regionale Irpef alla regione Toscana. Al netto dei pagamenti al fisco, sono così rimasti a disposizione dell’impresa solo 16.750 euro.
Paradossale che si tratti di dati in miglioramento: rispetto al 2018, quando si era lavorato fino al 10 settembre per pagare le tasse (254 giorni invece degli attuali 243), il Total Tax Rate è diminuito di 3 punti percentuali dovuti alla minor imposizione dello Stato (-1.442 euro), della Regione Toscana (-35 euro) e del Comune di Firenze (-4 euro). A disposizione delle imprese sono così rimasti 1.481 euro in più rispetto al 2018 interrompendo una serie al ribasso che proseguiva dal 2016.
“Sembra proprio che quest’anno in campo fiscale sia stato l’uomo a mordere il cane. È sostanzialmente il risultato dell’innalzamento al 50% della deducibilità Imu sugli immobili strumentali introdotta dalla legge di bilancio 2019 su pressione, in particolare, della Cna che ne ha fatto un cavallo di battaglia. Un segnale che apprezziamo moltissimo, anche se, purtroppo, gli imprenditori continuano a lavorare ben oltre metà dell’anno per un socio tanto inerte quanto esigente: l’amministrazione pubblica, centrale e locale – commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana – Occorre uno sforzo maggiore da parte di Palazzo Vecchio, della Regione e dello Stato, che pure, ripeto, stanno andando nella giusta direzione”.
Totalmente invariata invece la situazione nel caso le imprese scegliessero di applicare la Mini-IRES quale metodo di tassazione dei redditi d’impresa: il carico globale di imposte rimarrebbe per il 2019 fisso a 33.250 euro, corrispondente al Total Tax Rate del 66,5%.
“Se invece fossimo nel 2023, quando la deducibilità IMU sarà del 100% potremmo beneficiare di un maggior reddito disponibile(19.218 euro, 2.468 in più degli attuali e quasi 4mila in più rispetto al 2018) e di un Total Tax Rate abbassato al 61,6%. Ancora un segno che la direzione imboccata è quella giusta, ma che stiamo percorrendo la strada lentamente, mentre alle imprese, provate da 10 anni di crisi, serve uno scatto” prosegue Cioni.
Il dato medio italiano indica il 5 agosto 2019 per il Tax Free Day e il 59,7% per il Total Tax Rate (quasi 7 punti percentuali in meno del dato fiorentino).
“La crescita della pressione fiscale sulle piccole imprese, quindi, non è ineluttabile. Ma il percorso virtuoso è solo alle prime mosse. Qualche passo in avanti è stato compiuto negli ultimi anni. Sono state, infatti, trasformate in legge alcune importanti proposte della CNA: l’introduzione del regime forfettario di tassazione del reddito d’impresa, l’introduzione del regime di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata, l’abrogazione degli studi di settore” conclude Cioni.
Dopo aver fotografato la situazione del fisco nell’area, CNA Firenze Metropolitana lancia alcune proposte per invertire rotta, non solo a Firenze, ma in tutta Italia prima di tutto per semplificare il sistema, ancora molto complesso.
Sette sono le principali linee di azione per diminuire il fisco:
– Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi, utilizzando le risorse provenienti dalla “spending review” e dalla lotta all’evasione.
– Rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi.
– Rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa a partire già dall’anno d’imposta 2019.
– Definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap e aumentare la franchigia Irap ad almeno 30mila euro.
– Rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli ai valori di mercato ad invarianza di gettito.
– Agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.
– Evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse charge” attualmente previsti, lo “split payment” nonché la ritenuta dell’8 per cento applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali.