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🎧 Covid, Geddes da Filicaia: “Usare centri vaccinali anche per gli over 80”

60-79 anni

CAMPAGNA VACCINI COVID 19 ANZIANI OVER 80 Foto Imagoeconomica

Over 80 e vaccini, appello a Giani: “Siamo cittadini toscani over 80 che intendono, allarmati, evidenziare il grado di inefficienza della regione Toscana nell’organizzare la vaccinazione di chi ha raggiunto la nostra età. E l’inefficienza produce morte”. Inizia così l’appello al governatore della Toscana Eugenio Giani promosso dal letterato Giovanni Falaschi e sottoscritto, tra gli altri, da, Marco Geddes da Filicaia, Emilio Giannelli, Enzo Cheli, Adriano Prosperi, Roberto Barzanti, Attilio Brilli, Romano Luperini e Livi Bacci.

“Ribadiamo lo sconcerto degli over 80 perché non hanno indicazioni non solo sul quando verranno vaccinati ma anche sulle modalità e sul dove. Come hanno fatto altre regioni e suggerisce l’assessora Funaro e lo stesso sindaco Nardella l’attività di somministrazione agli over80 potrebbe essere gestita anche nei centri vaccinali da fare o da istituire, tanto più quando arriveranno più dosi”, afferma il dott. Marco Geddes da Filicaia ai microfoni di Chiara Brilli (Ascolta l’intervista).
MARCO GEDDES DA FILICAIA  è stato direttore sanitario del Presidio Ospedaliero Firenze centro dell’Azienda sanitaria di Firenze e dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova; vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, assessore alla Sanità e servizi sociali del Comune di Firenze.

Di seguito la LETTERA  APERTA  su Sanità e Territorio:

Al presidente della Regione Toscana,

Eugenio Giani

Ai mezzi di comunicazione

Siamo un gruppo di cittadine e cittadini toscani preoccupati del modo con cui viene gestita, in generale, la crisi pandemica  in corso.

Pur pienamente consapevoli delle enormi difficoltà che questa ha determinato, non possiamo non evidenziare come ancora non emerga una strategia di risposta chiara ed  efficace, dall’insieme delle istituzioni.

Anche in Toscana si presentano lacune significative cui c’è da ovviare al più presto.

Manca una comunicazione lineare e affidabile circa le

azioni messe in campo, in particolare per quanto riguarda il programma di vaccinazione. Dalle fonti disponibili (piattaforme web, comprese quelle regionali; social network; quotidiani e altri mezzi di comunicazione) non emerge un quadro chiaro per il semplice cittadino che non ricava facilmente, luoghi, modi, priorità della vaccinazione. Se, da un lato, la Toscana viene giudicata positivamente per certe scelte d’impostazione generale, dall’altro è stata criticata per una selezione dei soggetti vaccinabili, continuamente corretta, ingenerando il sospetto che abbiano pesato pressioni delle categorie più forti.

A questo proposito si sono registrate molteplici segnalazioni di preoccupazione per la fascia d’età degli ultraottantenni, in merito alla tempistica e alla organizzazione in questo primo periodo della vaccinazione di massa. In ragione del particolare rischio di questa classe d’età, è urgente risolvere il ritardo che finora ha collocato la Toscana nei livelli più bassi tra le regioni italiane.

Le correzioni di rotta, in generale, vengono giustificate con la scarsitĂ  di dosi.

Non c’è dubbio che questa scarsità rappresenti un grave problema su cui si è aperta una contesa di dimensione mondiale.

Molti appelli ed iniziative della comunità internazionale chiedono di usare gli strumenti legali a disposizione per una sospensione temporanea del sistema dei brevetti per i prodotti Covid-19, almeno fino a quando non si sarà raggiunta l’immunità mondiale.

Noi vorremmo che la Regione Toscana fosse in prima fila nella battaglia politica per il superamento della proprietĂ  intellettuale trasformata in brevetti, che oggi, piĂą di ieri, rappresenta un serio ostacolo al diritto universale alla salute.

E’ lo stesso problema della scarsità delle dosi, da superare con

determinazione, che impone piĂą linearitĂ , condivisione delle scelte,

responsabilitĂ  comuni.

La Regione Toscana deve farsi parte attiva affinché il Governo

Intraprenda, con forza, la strada del

potenziamento del polo nazionale dei vaccini, e consideri non solo

le situazioni industriali del nord, ma anche la realtĂ  toscana,

valorizzando le potenzialitĂ  esistenti, come quella senese.

Ci associamo a coloro che chiedono una migliore informazione preventiva, conoscenza tempestiva della programmazione e degli appuntamenti vaccinali.

Sicuramente opportuno sarebbe l’istituzione di un Osservatorio Scientifico, competente, imparziale e autonomo, dedicato al monitoraggio della situazione nonché alla comunicazione delle informazioni e dei dati (situazione pandemica, stato di avanzamento del piano vaccinale con precise indicazioni su quante dosi, quando, a chi, come, dove). Un centro di questo tipo potrebbe anche segnalare, alla discussione pubblica, eventuali problemi che possano insorgere nella fase operativa.

Ancora piĂą grave appare la mancanza di una adeguata programmazione. Questo aspetto obbliga a un cambio di prospettiva complessiva.

Se è vero che questa pandemia rappresenta una sfida epocale per la società, è necessaria una risposta alta, che, partendo dalla condizione sanitaria, non si limiti a questa ma affronti altri aspetti della politica regionale. Una risposta che può essere data solamente da una nuova  idea di programmazione, in grado di segnare un cambio di passo rispetto ad una deregulation che, via via, nel corso degli anni, è andata avanzando e che ha seriamente minato non solo il sistema sanitario toscano (tagli di risorse, di servizi territoriali pubblici e di personale, spinte alla privatizzazione, sull’onda di politiche neo-liberistiche nazionalmente non contrastate) ma anche altri settori di azione del governo regionale (come quello del territorio, dove è stata fortemente depotenziata la indispensabile logica di programmazione pubblica, incentrata su strumenti pianificatori).

Se la Toscana vuole distinguersi rispetto alle altre regioni che si muovono in ordine sparso, evitando di affrontare la pandemia in una prospettiva di medio termine, condivisione delle scelte, responsabilitĂ  comuni deve superare la logica delle misure parziali e settoriali.

La Toscana potrebbe e dovrebbe diventare un vero laboratorio politico di riforma sociale.

Per tentare ciò, la prima cosa da fare è non anestetizzare il conflitto sociale ma assumerlo come fattore di evoluzione e cambiamento. Ciò significa necessariamente confrontarsi anche  con le  richieste dei movimenti sociali che in questa regione vantano una lunga storia di partecipazione attiva, la cui funzione peraltro è stata da tempo  riconosciuta dalla stessa Regione. condivisione delle scelte, responsabilità comuni Conseguenza necessaria è la revisione dell’’ottica di fondo della programmazione, per superare il vecchio ed esclusivo metodo concertativo interessi pubblici/interessi privati, con la inevitabile e conseguente   subordinazione della stessa alla logica mercantile, per assumere invece la salvaguardia dell’ambiente e degli interessi degli strati sociali più deboli,  come coordinate per l’agire politico.

In assenza di un cambio di passo di questo genere, ci si può forse attendere un fallace ripristino dello statu quo ante, fondato sul tradizionale modello economico, fortemente influenzato dalla rendita finanziaria ma al prezzo di un pesante aggravio, forse irreversibile, delle disuguaglianze sociali e degli squilibri ambientali e territoriali.

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