Siena, “Ringrazio tutto il popolo italiano per aver accettato di dare le cure a Mustafà “. Lo ha detto Munzir, il padre di Mustafà, privo di una gamba incontrando i giornalisti nella casa messa a disposizione dalla Caritas e dall’arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, alle porte di Siena.
“Ringraziamo i giornalisti, la Chiesa, il vescovo e la Caritas, tutta l’Italia che è intervenuta per ricevere Mustafà e dargli le cure e la serenità” ha aggiunto la mamma Zeinab. “Ringrazio lo Stato italiano che per primo ha risposto al nostro appello, prima ancora degli arabi – ha aggiunto la donna -. Stavamo chiedendo aiuto da tanto e l’Italia ha risposto per prima. Abbiamo colto in questa società la gentilezza e la bontà di questo popolo”.
“Sarà un cammino lungo. Mustafà è un bambino di cinque anni, non sarà una questione di mesi. Entro qualche settimana andranno a Bologna e poi decideranno loro se torneranno o se rimarranno lì”. Lo ha detto il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino, a proposito del percorso che aspetta Mustafà e Munzir.
“Mi piacerebbe che Mustafà diventasse un simbolo della battaglia contro la guerra – ha aggiunto il cardinale – I bambini devono essere tutelati a prescindere, in un ambiente protetto e ognuno di noi deve fare la sua parte. Chiedo simbolicamente a Mustafà di essere il simbolo di questo cammino per cui la Chiesa continuerà ad adoperarsi”.