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Padre del figlio di Luana non viene ammesso come parte civile. La madre: “Pena sia esemplare”

Madre di Luana

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Il gup di Prato Francesca Scarlatti ha escluso oggi dalla costituzione di parte civile all’udienza preliminare per la morte di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni stritolata dall’orditoio a cui stava lavorando in una azienda di Montemurlo il 3 maggio 2021, il padre naturale del figlio di 6 anni della giovane.

Il gup ha invece ammesso come parte civile la mamma di Luana, Emma Marrazzo, la Femca, sezione tessile del sindacato Cisl, e l’Inail. La prossima udienza è fissata per il 27
ottobre. Il gup ha dichiarato “inammissibile” la richiesta del padre del bambino, un giovane originario della Calabria i cui rapporti con Luana si erano interrotti da molto tempo e ha motivato la scelta con il pronunciamento del tribunale dei minori di Firenze che ha concesso temporaneamente l’affidamento del bambino ai nonni materni. I principali imputati al processo sono i coniugi Luana Coppini e Daniele Faggi, rispettivamente titolari di diritto e di fatto dell’azienda tessile in cui è avvenuto l’incidente mortale, che tramite i loro legali stanno dialogando con l’accusa per tentare di patteggiare la pena in ordine ai reati di omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche. Il terzo imputato, il manutentore esterno della ditta Mario Cusimano, imputato per gli stessi reati, non è
invece intenzionato a chiedere riti alternativi.

“L’importante è la giustizia, una pena esemplare che di riflesso possa giungere agli altri imprenditori, non si può lavorare in quelle condizioni” ha dichiarato Emma Marrazzo, la madre di Luana, al termine dell’udienza. Marrazzo si è costituita oggi parte civile, mentre non lo ha fatto il padre di Luana, neanche per conto del nipote, il figlio di 6 anni della giovane. La decisione è motivata così dai legali della famiglia di Luana: “La discussione di un danno così complesso non è adeguata alla sede penale. Non esponiamo il bambino a un palcoscenico così impegnato, ci rivolgeremo semmai al giudice naturale, quello civile”.

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