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Palazzo Vecchio, la verifica del Cnr: “Pulitura efficace”. Drogo Inglese: “Ora lavori socialmente utili per gli attivisti”

facciata

La pulizia di Palazzo Vecchio, imbrattato ieri da alcuni attivisti di Ultima Generazione, è stata efficace. Lo afferma in una nota il Cnr. Un sopralluogo dei tecnici del Comune di Firenze ha infatt stabilito che “la ripulitura è stata efficace e che ci sono solo due piccoli residui da rimuovere”.

Lo riferisce il Comune spiegando che “questa mattina i tecnici della Fabbrica di Palazzo Vecchio insieme ai ricercatori del Cnr hanno effettuato un sopralluogo per verificare lo stato della facciata dopo l’imbrattamento di ieri e l’immediata ripulitura. L’intervento si è rivelato efficace e sono stati riscontrati solo due piccoli residui che saranno rimossi nella giornata di lunedì. La facciata non presenta danni”. “L’intervento di ripulitura di ieri è stato tempestivo ed efficace – ha detto il dirigente del Servizio Belle arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio Giorgio Caselli -, ma abbiamo rischiato grosso e i danni potevano essere gravi”.

Sulla questione interviene anche Ivan Drogo Inglese, presidente di Stati Generali del Patrimonio Italiano, ente – spiega un comunicato – nato per collaborare, concorrere e partecipare alla valorizzazione dei beni e del patrimonio culturale italiano. “In giudizio ci riserviamo di chiedere la condanna e l’affidamento dei colpevoli per lavori socialmente utili. Potranno essere impegnati per interventi di conservazione e restauro del patrimonio italiano”.

Palazzo Vecchio, spiega la nota, “è solo l’ultima delle incursioni vandaliche di questo tipo”, “in precedenza era toccato anche a Palazzo Madama di Roma, sede del Senato della Repubblica e al Teatro della Scala di Milano”. Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano indicano la strada di una “condanna esemplare” in forza dell’articolo 54 della legge 274 del 2000 e del cosiddetto Decreto Fassino del 2001, “entrambi i dispositivi prevedono la possibilità di una condanna ai lavori socialmente utili, non retribuiti, per un periodo fino a 6 mesi” e ricordano che “il codice penale con l’articolo 518 duodecies norma il reato e dispone le pene per il deturpamento e imbrattamento dei beni culturali. In tal caso la legge prevede che il reato sia punito con la reclusione, da sei mesi a tre anni, e con la multa da 1.500 a 10.000 euro”.

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