Controradio Streaming
Ven 21 Mar 2025
Controradio Streaming
ToscanaCronacaPalestina: dopo sei mesi il padre riabbraccia i figli rifugiati a Firenze

Palestina: dopo sei mesi il padre riabbraccia i figli rifugiati a Firenze

Dopo sei mesi di lontananza hanno potuto riabbracciato il loro padre nell’appartamento a Firenze, al Villaggio Novoli, dove sono ospitati. E’ la storia di una famiglia rifugiata da Gaza, che si era dovuta separare: i figli erano arrivati l’estate scorsa tramite i corridoi umanitari sanitari, e due dei piccoli, sono stati presi in cura al Meyer per una rara malattia genetica. Il padre invece era rimasto a Gaza. L’arrivo di quest’ultimo consentirà di scegliere la cura migliore come specifica l’Aou Meyer.

Dopo sei mesi di lontananza hanno potuto riabbracciato il loro padre nell’appartamento a Firenze, al Villaggio Novoli, dove sono ospitati. E’ la storia di una famiglia rifugiata da Gaza, che si era dovuta separare: tre bambini, due maschi e una femmina, e la mamma sono arrivati a Firenze l’estate scorsa tramite i corridoi umanitari sanitari, e due dei piccoli, età uno e quattro anni, sono stati presi in cura al Meyer per una rara malattia genetica. Il padre invece era rimasto a Gaza. L’arrivo di quest’ultimo, tra l’altro proprio nel giorno della festa dei papà, consentirà di scegliere la cura migliore come specifica l’Aou Meyer.
Mamma e figli erano stati assegnati dalla Prefettura a una struttura di accoglienza per richiedenti asilo gestita dalla cooperativa il Girasole e poi hanno trovato alloggio in uno degli appartamenti del progetto Case Preziose grazie alla collaborazione con il Consorzio Fabrica. Nella valutazione su come curare i bambini, si è reso necessario fare alcune verifiche medico-sanitarie sul padre che quindi è potuto salire su un aereo dell’esercito Italiano: ieri è atterrato a Pisa e poi si è ricongiunto con i familiari. I due bambini, spiega il Meyer, sono in cura presso il servizio di immunologia del pediatrico fiorentino: hanno “una grave malattia genetica caratterizzata da un grave deficit immunologico che li espone al rischio di infezioni molto pericolose”. Per loro, gli specialisti del servizio guidato dalla professoressa Chiara Azzari, “stanno valutando diverse opzioni terapeutiche tra cui il trapianto o una terapia genica: di qui la necessità sanitaria di fare arrivare il babbo per valutare l’eventuale compatibilità con i bambini e decidere il trattamento più adeguato per curarli al meglio”. Per l’arrivo del papà, preciso l’Aou Meyer, è stato necessario un “lungo lavoro sotto il profilo burocratico che ha coinvolto il Servizio di assistenza sociale del Meyer e, come sempre accade in questi casi, la Fondazione Meyer ha sostenuto i servizi relativi all’accoglienza, come la mediazione linguistica”. “L’Irccs Meyer ha redatto una lettera spiegando dettagliatamente la necessità di verificare le compatibilità del padre e l’urgenza quindi di farlo arrivare a Firenze per fare gli esami necessari – spiega la presidente de Il Girasole Francesca Bottai -. La lettera è stata consegnata a un’organizzazione che opera sul territorio palestinese per l’evacuazione di persone per motivi sanitari urgenti”. Lorenzo Terzani, presidente del Consorzio Fabrica aggiunge: “E’ stato un lavoro di squadra, non facile ma motivato dall’unico obiettivo di sostenere una famiglia già duramente provata e di permettere il ricongiungimento di tutto il nucleo”.