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🎧 Pank! 1977-2022. L’intervista a Cristiano Rea

Per celebrare i quasi cinquanta anni di lavoro e contestazione di Cristiano Rea arriva nelle librerie un tributo dedicato alle sue opere e alla sua vita all’insegna dell’indipendenza artistica. Ne ha parlato ai microfoni di Controradio don Davide “Deiv” Agazzi.

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‘Pank! 1977-2022. Poster e disegni di Cristiano Rea’, a cura di Federico Guglielmi, con prefazione di Zerocalcare, è disponibile per Goodfellas Edizioni, collana Spittle, dal 26 Gennaio 2023.

Cristiano Rea si è avvicinato al disegno nella seconda metà degli anni ’70, ma il suo nome si è affermato nel circuito underground romano all’inizio del decennio seguente, quando si è occupato della realizzazione dei volantini del leggendario Uonna Club.

Come illustratore e grafico ha collaborato con leggendarie riviste, artisti musicali e centri sociali, e ispirato generazioni di giovani talenti, tra cui Zerocalcare, che ha firmato l’appassionata prefazione di questa antologia che ripercorre la vita e la carriera di Cristiano Rea.

Dalla prefazione di Zerocalcare: “Iniziavo i primi lavori di grafica, qualcuno mi chiedeva di impaginare i miei disegni, di aggiungerci uno slogan e una data. Io guardavo quei lavori e provavo a copiarli. E pensavo: io, con la grafica, vorrei sapere fare questo… Quel nome che compariva nei libri, Cristiano Rea, suonava incredibilmente simile alla sigla con cui erano firmati i lavori di grafica che vedevo appesi sui muri di Roma: Crea… Cristiano Rea, un nome che per me stava tra i giganti della grafica mondiale… Mi sembrava incredibile che una persona che aveva contribuito in maniera così fondamentale all’immaginario di più d’una generazione, i cui lavori avevano plasmato lo stile e l’estetica di sottoculture e movimenti politici, non fosse celebrato come quegli altri artisti che ormai campavano di rendita. Che poi per me Cristiano Rea era meglio di loro… grazie a questo libro oggi almeno l’universo ha un pochino di senso in più per me. Sempre troppo poco, ma vabbé. Un passo alla volta.”  

Armato di china e pennarelli, Cristiano Rea (Roma, 1962) ha attraversato le desolate strade degli anni ‘70 e con un disco dei Ramones sotto i piedi ha surfato l’onda ciclopica dell’eroina. Negli ‘80, senza rientrare nei ranghi, ha disegnato (per) la sua generazione, per la musica di quei tempi, per le band che in tanti ama(va)no. Nei ‘90 con macchine elettroniche ha impaginato a caratteri cubitali sogni, rabbia e dolori di una maggioranza disobbediente e bastonata. Con il nuovissimo secolo è tornato sui suoi passi. La visione è cupa come allora, ma con una nuova consapevolezza: vale più qualche grammo di grafite nera che un gigabyte di memoria esterna.

 

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