Papa Francesco è arrivato a Nomadelfia per la visita alla comunità fondata da don Zeno, il pontefice è atterrato con l’elicottero, proveniente dal Vaticano, al campo sportivo della frazione del comune di Grosseto, ad accoglierlo il vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni, il successore di don Zeno, don Ferdinando, e Francesco, presidente di Nomadelfia, ad attendere l’arrivo del papa anche tanti fedeli.
Successivamente il Pontefice ha raggiunto in ‘papamobile’ il cimitero, e all’ingresso Papa Francesco, dopo aver ascoltato la registrazione di un brano del testamento di Don Zeno Saltini, si è raccolto in preghiera sulla sua tomba e vi ha deposto una pietra con il proprio nome, che si aggiunge alle pietre lasciate dagli abitanti di Nomadelfia.
Uscendo dal cimitero, il Pontefice è passato davanti alle tombe dei primi membri della Comunità. Quindi si è recato in auto al “Poggetto”. Qui ha incontrato il nucleo familiare, visitato la casa centrale e la Cappellina all’interno della quale ha affidato a due famiglie due figli accolti con la formula in uso nella Comunità, uno dei due bambini aveva viaggiato con il pontefice sulla ‘papamobile’.
“Sono venuto qui tra voi nel ricordo di Don Zeno Saltini e per esprimere il mio incoraggiamento alla vostra comunità da lui fondata”. Così papa Francesco ha aperto il suo discorso durante l’incontro con la Comunità di Nomadelfia, che ha definito “una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella”. “Vi ringrazio tanto per il calore e il clima di famiglia con cui mi avete accolto – ha detto ancora il Pontefice -. È stato un incontro breve ma carico di significato e di emozione; lo porterò con me, specialmente nella preghiera. Porterò i vostri volti: i volti di una grande famiglia col sapore schietto del Vangelo”.
“La ‘Legge della fraternità’, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno, che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli – ha detto il Papa, aggiungendo – Vi esorto a continuare questo stile di vita, mediante la vostra limpida testimonianza cristiana”. “Di fronte alle sofferenze di bambini orfani o segnati dal disagio, Don Zeno comprese che l’unico linguaggio che essi comprendevano era quello dell’amore”. Pertanto, “seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine, ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie, dove i membri si riconoscono fratelli nella fede”. Così a Nomadelfia “in risposta a una speciale vocazione del Signore, si stabiliscono legami ben più solidi di quelli della parentela”.
“Voglio sottolineare anche un altro segno profetico e di grande umanità di Nomadelfia – ha detto il papa durante la visita alla Comunità, dopo aver lodato l’accoglienza ai bimbi orfani o disagiati -: si tratta dell’attenzione amorevole verso gli anziani che, anche quando non godono di buona salute, restano in famiglia e sono sostenuti dai fratelli e dalle sorelle di tutta la comunità”. “Continuate su questa strada – ha esortato -, incarnando il modello dell’amore fraterno, anche mediante opere e segni visibili, nei molteplici contesti dove la carità evangelica vi chiama, ma sempre conservando lo spirito di Don Zeno che voleva una Nomadelfia ‘leggera’ ed essenziale nelle sue strutture”. “Di fronte a un mondo talvolta ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo”, ha concluso il Pontefice.