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Parmitano parla di ‘spazio’ al ‘Wired Next Fest’ di Firenze

Parmitano

Firenze, l’astronauta Luca Parmitano, che sarà il primo italiano a comandare ‘The International Space’, è intervenuto alla a margine del Wired Next Fest, in corso a Palazzo Vecchio.

Partirà il 24 luglio 2019 la spedizione spaziale ‘Beyond’ per scoprire la materia oscura, e durerà al momento 200 giorni, “ma sono numeri di fatto indicativi – ha detto Parmitano – Come disse una volta il mio primo comandante, l’unica cosa certa nel mondo dello spazio è che tutto cambia. Partiamo con l’idea di restare 200 giorni e poi ci adatteremo in base a quelle che sono le necessità del programma spaziale”.

“Le spedizioni 60-61 che insieme comprendono la missione Beyond, sperimentano un ampio spettro di scienza e di sperimentazione tecnologica – ha continuato l’astronauta – si passa dalla biologia alla fisiologia, alla fisica dei materiali e alla fisica dei fluidi. Cercheremo anche di scoprire uno dei misteri più importanti al momento, quello della materia oscura”.

A bordo della base spaziale l’equipaggio sarà affiancato dall’intelligenza artificiale ‘Cimon’. “Anche questo è un esperimento molto interessante perché per la prima volta avremo un sistema completamente indipendente – ha detto ancora l’astronauta -, che ha accesso a un enorme database sulla terra. Questo database è accessibile agli astronauti tramite interfaccia: una sfera semovente con fattezze che ricordano un po’ quelle umane”.

Inoltre, “con questa interfaccia gli esseri umani potranno chiedere supporto sia tecnico che comunicativo” perché “in grado di interpretare le fattezze umane e le sue espressioni per poter adattare il tono della conversazione”.

Per Parmitano è “un esperimento a due facce: l’interazione dell’astronauta con un’intelligenza artificiale, e, all’opposto, un’intelligenza artificiale che deve interpretare uno degli aspetti più difficili dell’uomo che sono le emozioni”

“Nello spazio tutto mi affascina” ed “è difficile parlare di paura quando ci si addestra per centinaia e centinaia di ore per tutte le fasi della missione, dalla partenza al rientro, passando per tutte le possibili emergenze che siamo riusciti a immaginare a bordo della stazione. La paura è uno strumento da usare con intelligenza – ha aggiunto Parmitano -, è uno strumento evolutivo che ci salva la vita, per cui ci addestriamo per fare in modo che non sia un ostacolo”.

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