Arriva il plauso alle nuove etichette per la pasta e il riso che consentono ai consumatori di conoscere il luogo di coltivazione del grano che devono essere ora indicate con chiarezza sulle confezioni. La novità interessa le 5000 aziende toscane che producono grano duro.
“E’ un passo in avanti importante che chiedevamo da tempo – commenta Gianluca Ghini, di Confagricoltura Arezzo, parlando dell’entrata in vigore dei decreti firmati dai ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda – una questione di trasparenza nei confronti del consumatore che può fare la sua scelta su pasta e riso, e che deve essere consapevole che in alcune coltivazioni all’estero sono ancora utilizzate sostanze nocive che da noi sono vietate”.
Per Confagricoltura Toscana le nuove etichette sono una questione di sicurezza alimentare: “Il grano toscano, tra le altre qualità dovute al nostro particolare microclima, ha un requisito indispensabile, è un prodotto sano”.
La nuova etichettatura potrebbe anche portare a una riduzione delle importazioni di grano e riso dall’estero, con conseguenze dirette sulle aziende italiane: “Un modo indiretto di restituire valore al nostro prodotto”.