“Con Decaro e Gori c’e’ totale sintonia. Comincio a vedere prese di posizioni coraggiose e chiare. C’e’ un fatto politico nuovo e rilevante che sta accadendo nel campo democratico: sta emergendo un fronte compatto, da nord a sud, di amministratori locali”. Quelli che “hanno vinto le ultime elezioni”, portando “al Pd consenso e popolarita’”.
Non e’ una corrente, come dice da settimane, anche se Dario Nardella a ‘Controradio’ descrive le fattezze di questa ‘cosa’. Per il sindaco di Firenze, infatti, “i sindaci, gli amministratori locali, ma anche i presidenti di Regione, cominciano a parlare lo stesso linguaggio. Un linguaggio molto chiaro e diretto, perchĂ© vedono lo scollamento preoccupante, grave, che c’e’ tra il Paese reale,con i suoi problemi, e un partito arroccato dentro i palazzi romani, schiacciato dalla logica di potere delle correnti”, torna a pungere.
E se le correnti un tempo lontano erano “piattaforme di idee”, oggi “il rischio e’ che il Pd ripieghi su se stesso in una battaglia per i posti, senza contenuti”. Che fare, allora? “Prima di tutto, mettere da parte le formule. Anche questa discussione vuota sulle alleanze e’ tutta tattica.
Costruirle per la paura di perdere e’ la cosa piu’ sbagliata che si possa fare: si fanno su un grande progetto politico fatto di idee, per questo ho richiamato lo spirito dell’Ulivo”. Prima di allearsi con i 5 Stelle, quindi, il Pd deve trovare “un proprio profilo. E coinvolgere i territorio”, perche’ ora il partito “e’ una piramide rovesciata. Tutto si decide a Roma: alleanze, schemi, sistemi elettorali, nomi”. Terzo “tornare a parlare con la societa’ civile, dagli operai agli intellettuali”.
Nardella torna a premere sulla necessita’ di un ampio dibattito aperto, e su questo ribadisce: “La questione del segretario non e’ il primo punto, ma viene alla fine, dopo aver ritrovato una strada, una dimensione di valori e di contenuti”. Solo dopo questa fase “arriveremo a discutere del gruppo dirigente”, quello che potra’ “guidare al meglio un partito cosi’ ripensato”.
E i temi? Il lavoro, ripensando il reddito di cittadinanza e spostando risorse sulle politiche attive, e dove “le tasse sono troppo alte”. Si sta creando “un grande patto sociale tra i sindacati e le imprese, e noi stiamo a guardare? Continuiamo a parlare di formule, alleanze, congresso si’ o no, di correnti? Ma stiamo scherzando?”. Lo stesso vale “per l’ambiente: ma possibile che dobbiamo lasciare a Grillo la bandiera dell’ambiente?”.