Così in una nota il consigliere regionale del Pd Andrea Pieroni, pisano, che si chiede tra l’altro come sia stato possibile che a Pisa, “non ci sia stata la forza politica di assicurare la ricandidatura di Federico Gelli, parlamentare uscente, nonostante i due documenti a supporto della direzione provinciale?
“Sconcerto” per la scelta delle candidature del Pd, “frutto di cooptazione e fedeltà”. Così in una nota il consigliere regionale del Pd Andrea Pieroni, pisano, che si chiede tra l’altro come sia stato possibile che a Pisa, “non ci sia stata la forza politica di assicurare la ricandidatura di Federico Gelli, parlamentare uscente, nonostante i due documenti a supporto della direzione provinciale? Possibile che non ci sia stata la volontà politica di proporre una candidatura forte ed autorevole dell’area pisana che potesse fare da traino anche in vista delle imminenti elezioni comunali?”. La riflessione di Pieroni “è frutto – spiega lo stesso consigliere – della constatazione di come, anche nella scelta delle candidature, ci sia stato un ulteriore arretramento dai territori, una crescente sordità verso le proposte delle comunità politiche locali, che devono essere invece il nerbo di una forza politica plurale e radicata”. Ma “lo sconcerto sulle liste passa in secondo piano se paragonato alla prospettiva, che molti osservatori politici tracciano con sempre maggiore frequenza, di un Pd destinato a cambiare la propria radice genetica, trasformandosi da partito aperto, inclusivo, dialogante, plurale, a partito costruito ad immagine e somiglianza del capo, imperniato sui meccanismi di cooptazione e fedeltà”.