Dieci giorni alla presentazione delle candidature e il Pd non ha scelto un segretario regionale per la Toscana. Gelli si candida contro Pescini, la cui elezione sembrava sicura, rimescolando le carte.
Si smuovono le acque per la candidatura a segretario regionale della Toscana, un Pescini che sembrava non avesse nemmeno bisogno di un elezione ma semplicemente di una nomina, visto la mancanza di avversari, si trova di fronte Gelli che ha deciso di candidarsi.
Pescini era il campione di Renzi&Co, diplomatico organico e diffidente verso ogni posizione estrema, scelto da un gruppo in cerca di continuità e di garanzie di sopravvivenza, ben consapevole che le liste per il parlamento passano sempre dalle mani del segretario regionale.
Campione che sembrava destinato a vincere a tavolino finchè all’orizzonte non è apparsa l’ombra di uno sfidante, l’ex deputato Federico Gelli che Renzi e compagnia avevano cercato di escludere. Pescini potrebbe fare il pieno nel Chianti ma Gelli può contare sul volontariato di tutta la regione, è una faccia conosciuta nel mondo della sanità ed è stato vicepresidente della regione, un valido avversario.
Il Pd, all’alba dello scontro, è preoccupato e cerca un ‘piano B’, ma nessuno sembra soddisfacente. In una Toscana, baluardo del partito, che dovrebbe segnare il punto della rinascita, si è creata una frattura interna, minacce anche dall’esterno da una Susanna Ceccardi (Lega) che punta al palazzo regionale.
Cosa fare? Si è gia provveduto a interpellare il grande Capo chiedendogli di districare il nodo, la risposta di Renzi è: calma, “Me ne occupo da sabato in poi”.