Presentato il rapporto “Pendolaria” di Legambiente sullo stato del trasporto ferroviario in Italia. La Toscana è in una buona posizione rispetto alle altre regioni italiane ma sono ancora eccessivi gli investimenti sulla “gomma” ed è ancora troppo grande divario tra Tav e servizio ferroviario regionale.
C’è una Toscana in movimento che viaggia a due velocità. Da un lato troviamo una regione virtuosa rispetto alle altre, con una certa continuità negli stanziamenti, innovazione del servizio e aumento quantitativo dell’offerta di linee. Dall’altro, permane il disagio per l’incuria in alcune stazioni abbandonate o per i cantieri infiniti nel nodo AV di Firenze, dove ci si attarda su un progetto di sottoattraversamento che appare esoso e sempre più insostenibile.
A raccontare quanto succede alle ferrovie italiane è il rapporto Pendolaria di Legambiente, che dal 2008 analizza ogni anno la situazione del trasporto ferroviario in Italia, con numeri, storie e il duplice obiettivo di illustrare i risultati di politiche e investimenti e di dare forza alla costruzione di un paese più sostenibile.
Il numero dei passeggeri dei treni aumenta ovunque, segnando un nuovo record rispetto al 2017. Ma l’offerta è aumentata soprattutto nella fascia alta, quella delle tratte ad Alta Velocità. Bastipensare che tra Firenze e Bologna, per esempio, l’offerta di treni non ha paragoni al mondo, con 162 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 152 lo scorso anno, 142 due anni fa, mentre erano solo 18 nel 2002!).
I flussi di pendolari su treno sono in costante aumento in tutto il territorio regionale, arrivati a 234.000 al giorno sulle ferrovie toscane, mentre il totale dei pendolari della sola area fiorentina secondo Istat ammonta a circa 182mila.
“In un Paese in cui nell’ultimo quindicennio si è ancora una volta premiata la gomma, investendo il 60% delle risorse destinate dallo Stato ai trasporti, in nuove strade e autostrade, parlare di mobilità su rotaia e, in particolare, del servizio ferroviario regionale per i pendolari pare un gesto di sana ostinazione; – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – in questo contesto, il boom dell’alta velocità, specie sulla dorsale Milano-Firenze-Napoli, rappresenta un’ulteriore linea di frattura rispetto ai bisogni e alle criticità delle linee locali, che sono quelle che i pendolari frequentano ogni giorno. La Toscana certamente vive una situazione migliore rispetto a molte altre regioni del Centro/Sud, ma nell’ultimo biennio dobbiamo comunque registrare una lieve flessione degli investimenti su servizio e materiale rotabile in proporzione al Bilancio Regionale (0,46% contro 1,1%). Insomma, una situazione dignitosa, ma che abbiamo il dovere comunque di migliorare” – conclude Ferruzza.
Elevando lo sguardo sullo scenario nazionale, nella legge di bilancio ci sono alcune misure puntuali positive, per intervenire nelle città e sulla rete ferroviaria. Secondo Legambiente, però, se il Ministro Toninelli volesse davvero rilanciare il trasporto ferroviario pendolare dovrebbe aumentare le risorse, perché quelle attuali sono di oltre il 20% inferiori al 2009, e rischiano di ridursi ulteriormente se non si sblocca la clausola di salvaguardia nella legge di bilancio. Il Ministero delle Infrastrutture deve poi esercitare un vero e proprio ruolo di controllo sulla rete, per evitare che continuino tagli e disservizi in alcune Regioni, specie del Mezzogiorno.
Legambiente sottolinea come nel bilancio dello Stato già esistano le risorse per realizzare un salto di qualità nel servizio ferroviario. Il problema è indirizzare le rilevanti risorse disponibili, in maniera diversa rispetto ad oggi, ridisegnando con chiari obiettivi le entrate legate ai trasporti (accise, Iva, tariffe autostradali, ecc.) e le voci di spesa (sussidi all’autotrasporto, servizio ferroviario, infrastrutture).
Per scaricare il dossier completo:
https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/rapporto_pendolaria_2018.pdf